Antonino Arena è stato arrestato a maggio dello scorso anno con l'accusa di essere uno degli esponenti di spicco del clan etneo dei Cursoti. Oggi la squadra mobile etnea ha provveduto al sequestro di diversi beni intestati a suo nome e i cui ricavi, secondo gli investigatori, sarebbero serviti a finanziare il gruppo. Tra questi, anche una nota trattoria catanese in via Plebiscito. Specialità: carne di cavallo e prezzi alti
Mafia, sequestrati i beni di Nino u puppittaru Sigilli anche al ristorante Torre del Vescovo
Lo chiamavano u puppittaru. Uno dei tanti della via degli arrusti e mancia catanese, via Plebiscito, ma proprietario di un ristorante piuttosto noto, specie per i suoi prezzi poco economici: la Torre del Vescovo. Antonino Arena, classe 1971, pregiudicato, è stato arrestato a maggio dello scorso anno insieme ad altri 19 presunti affiliati al clan mafioso etneo dei Cursoti. Accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsioni, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi clandestine e da guerra, ricettazione e altri reati. Ma questa mattina la squadra mobile etnea ha eseguito il sequestro di alcuni beni di Arena, tra cui il locale nella trafficata via cittadina.
Ad essere sequestrati a Nino u fungiutu altro soprannome del detenuto sono stati un immobile, in parte intestato alla moglie, vari conti corrente, due auto, un motorino, ma soprattutto il ristorante in via Plebiscito Torre del Vescovo. Il tutto per un ammontare provvisorio di 100mila euro. «Escluso lavviamento del suddetto locale e dei conti correnti in fase di quantificazione», spiega la polizia in una nota.
Antonino Arena, arrestato durante l’operazione Nuovo corso, è ritenuto dai magistrati un elemento di spicco del clan dei Cursoti e stretto collaboratore del suo capo Giuseppe Garozzo, detto Pippo u maritatu. Ad Arena spettava il compito di finanziare le attività del gruppo, comprando droga e armi oppure pagando l’onorario degli avvocati e lo stipendio – dei compagni con problemi con la giustizia.