Mafia: «Per riscattare l’onore» uccise la sorella che tradiva il marito, condannato all’ergastolo

La Corte d’Assise di Catania ha condannato all’ergastolo Alessandro Alleruzzo. Il figlio dello storico capomafia di Paternò Giuseppe Alleruzzo – deceduto – per l’omicidio della sorella Nunziatina, assassinata con due colpi di pistola nel 1995. L’omicidio, secondo la ricostruzione della Direzione distrettuale antimafia della procura, sostenuta in aula dal pm Andrea Bonomo, sarebbe stato commesso perché la vittima tradiva il marito con esponenti del suo clan e di uno rivale.

La donna era scomparsa di casa il 30 maggio del 1995. Quel giorno, il figlio di cinque anni disse di avere visto la madre uscire di casa con suo zio Alessandro. Secondo un collaboratore di giustizia, lo stesso Alleruzzo gli avrebbe «raccontato di avere ucciso la propria sorella per riscattare l’onore della famiglia». I resti della donna furono trovati il 25 marzo del 1998 da carabinieri della compagnia di Paternò dopo due telefonate anonime.

Per l’omicidio della sorella, il 48enne Alleruzzo era stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare eseguita da militari il 4 giugno del 2021. Ad alcuni compagni di prigione, quando era detenuto, aveva confidato che aveva sparato due colpi di pistola in testa a Nunziatina e di averne poi «trascinato il corpo e di averlo buttato in un pozzo per riscattare l’onore della famiglia». Il corpo della donna è poi stato effettivamente ritrovato dentro un pozzo. A permettere di ricostruire dinamica e movente sono state l’inchiesta della Dda di Catania e le indagini dei militari dopo le rivelazioni di tre collaboratori di giustizia.

Alessandro Alleruzzo è il figlio del defunto boss Giuseppe che, negli anni ’70 e ’80, guidava il gruppo di Paternà di Cosa nostra, al centro di sanguinose faide mafiose, legato alla famiglia Santapaola di Catania. È anche cugino del 68enne Santo Alleruzzo, noto come La vipera, ritenuto il reggente del clan fino al suo ultimo arresto avvenuto nell’ambito dell’operazione Sotto scacco della Dda di Catania. Nell’ambito di guerre di mafia, il boss Giuseppe Alleruzzo subì l’assassinio della moglie e del figlio e per questo decise di collaborare con la giustizia. 


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