I carabinieri di Sciacca, coordinati dalla Procura di Palermo, hanno arrestato otto persone accusate di associazione mafiosa. Avrebbero provato a ricostituire il clan, dopo i colpi inferti dalle forze dell'ordine. Tenendo i contatti con i massimi esponenti di Cosa Nostra in provincia di Agrigento. Guarda le foto
Mafia, operazione contro la famiglia di Menfi Le riunioni nello studio di un medico di base
La ricostruzione di Cosa Nostra tra Sciacca e Menfi, dopo i colpi inferti dagli inquirenti, sarebbe avvenuta anche nello studio professionale di un medico di base. Fuori dall’orario delle visite, Pellegrino Scirica avrebbe messo a disposizione i suoi locali per riunioni tra i componenti del gruppo mafioso ed esponenti di altre famiglie di territori limitrofi. Scirica, già nel 2010 sorvegliato speciale per essere indiziato di far parte di Cosa Nostra, è tra gli otto arrestati di oggi, tutti accusati di associazione a delinquere di tipo mafioso.
Sono stati i carabinieri della Compagnia di Sciacca, coordinati dal comando provinciale di Agrigento, ad applicare le misure cautelari nell’ambito di un’inchiesta, iniziata nel maggio del 2014, coordinata dal procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi, il procuratore aggiunto Maurizio Scalia e i sostituti Alessia Sinatra e Claudio Camilleri. Al centro dell’attenzione il mandamento del Belice e in particolare la famiglia di Menfi, molto attiva e in contatto con i massimi esponenti di Cosa Nostra nell’Agrigentino: Leo Sutera, detto il professore, ritenuto il capo della provincia di Agrigento tra il 2010 e il 2012, e Pietro Campo, esponente di vertice della famiglia mafiosa di Santa Margherita Belice.
Secondo gli inquirenti, al vertice della famiglia di Menfi c’è Vito Bucceri, 44 anni, detto Buccittuni. Attorno a lui si sarebbe messo in atto il tentativo di ricomporre l’organizzazione criminale e grande attenzione veniva prestata a evitare eventuali controlli degli investigatori. Oltre che nello studio del medico, le riunioni e gli incontri avvenivano all’interno di auto e appartamenti di proprietà di proprietà di alcuni affiliati e in casolari di campagna. Bucceri si era costruito inoltre una rete di fidati collaboratori proprio al fine di blindarlo.
«Le indagini – sottolineano gli investigatori – hanno permesso di ricostruire e di documentare, attraverso le intercettazioni telefoniche, come gli indagati avessero la consapevolezza di far parte di un segmento inquadrato nel più ampio contesto criminale di Cosa Nostra siciliana e si adoperassero per mantenerlo in vita».
L’elenco degli otto arrestati:
– Vito Bucceri, inteso Buccittuni, 44 anni, di Menfi, ritenuto il capo della locale famiglia mafiosa;
– Pellegrino Scirica, 61 anni, di Menfi, medico di base e uomo di fiducia di Leo Sutera;
– Tommaso Gulotta, 51 anni, di Menfi;
– Matteo Mistretta, 30 anni, di Menfi;
– Vito Riggio, 47 anni, di Menfi;
– Giuseppe Alesi, 46 anni, di Menfi;
– Cosimo Alesi, 51 anni, di Menfi;
– Domenico Friscia, 53 anni, di Sciacca, già condannato per mafia.