Mafia, l’assoluzione di Romano: il dispositivo della sentenza

L’ex ministro delle Politiche agricole e leader del Pid, Saverio Romano, e’ stato assolto dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. La sentenza e’ stata emessa, oggi in tarda mattinata, dal Gup di Palermo, Fernando Sestito, che ha processato Romano con il rito abbreviato. Romano è stato assolto perché il fatto non sussiste. Nella foto il dispositivo della sentenza.

Secondo la procura palermitana, che aveva chiesto 8 anni per il deputato nazionale del Pid, Romano sarebbe stato vicino alla famiglia mafiosa di Villabate, riconducibile a Bernardo Provenzano.

Contro Romano c’erano le dichiarazioni del pentito Francesco Campanella, che ai magistrati aveva raccontato di un pranzo avvenuto nel 2001, a Roma, durante il quale il politico gli avrebbe detto di votarlo perché erano entrambi “della stessa famiglia”; una tesi smontata dai legali dei Romano, che hanno sostenuto come il loro assistito si riferisse alla “famiglia politica” di matrice Dc.

Sulla vicenda interviene il parlamentare nazionale di Grande Sud, Pippo Fallica. “L’assoluzione dall’accusa di concorso in associazione mafiosa – dice Fallica – restituisce all’uomo, prima ancora che al politico, Saverio Romano quella serenità d’animo che per troppo tempo una giustizia assai lunga gli ha tolto. Riporre fiducia nella magistratura è sempre un sano esercizio di democrazia”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il parlamentare nazionale del Pdl, Dore Misuraca, ccordinatore del Partito in Sicilia.  “Ho appreso con molto piacere e grande soddisfazione – dice Misuraca – la notizia dell’assoluzione di Saverio Romano dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. E’ giunto ora il momento di ridare all’onorevole Romano la serenità, che in questi anni, in seguito alle accuse formulate nei suoi riguardi, gli è stata negata.  Sono particolarmente soddisfatto che sia stata fatta chiarezza sulla vicenda in un’aula di Tribunale e non in un agone mediatico dove spesso si celebrano processi senza le dovute prove”.

“Non esprimo soltanto le mie congratulazioni a Saverio Romano per la sua assoluzione, ma anche la mia più grande soddisfazione”.

Lo dice il capogruppo del Pdl in Assemblea regionale siciliana, Innocenzo Leontini, che tiene a sottolineare i sensi e la formula dell’assolizione dell’ex ministro delle Politiche Agricole: perché il fatto non sussiste.

“Come avevo fiducia nell’innocenza di Romano – riprende Leontini – lo stesso sentimento di positiva attesa lo nutrivo nei confronti della Magistratura; i fatti mi hanno dato ragione per entrambe le aspettative”.

Le accuse si basavano sulle dichiarazioni del pentito Vincenzo Campanella, ex presidente del consiglio comunale di Villabate; ora considerato inattendibile.

“Per altro – conclude Leontini – la candidatura di Romano alla Camera nel 2001 nel collegio di Bagheria, fu il frutto di una decisione politica e non di un patto elettorale politico-mafioso, come era sostenuto in una accusa, oggi dimostrata dalla sentenza del Gup, quale priva di fondamento”.


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