L'imprenditore di Aci Catena era presente in aula per l'avvio del secondo capitolo della storia giudiziaria seguita al blitz del 2018 dei carabinieri. Alla sbarra anche tanti esponenti della famiglia mafiosa attiva nella città del limone verdello
Mafia, inizia il processo d’appello all’ex deputato Nicotra In primo grado condannato per legami con i Santapaola
Si è conclusa poco dopo le 17 la prima udienza del processo di secondo grado a Pippo Nicotra. L’ex deputato regionale e sindaco di Aci Catena – assistito dai propri legali, l’avvocato Orazio Consolo e il professore Giovanni Grasso – era presente nell’aula del carcere di Bicocca al momento dell’ingresso dei giudici della Corte d’appello, ai quali spetterà riesaminare gli atti che in primo grado hanno procurato a Nicotra una condanna a sette anni e quattro mesi per concorso esterno in associazione mafiosa e tentata estorsione.
Nicotra fu arrestato il 10 ottobre del 2018 nel blitz Aquilia. L’indagine, condotta dai carabinieri, smantellò il gruppo dei Santapaola-Ercolano attivo ad Aci Catena. Con la cosca il politico e imprenditore 64enne avrebbe avuto un rapporto di mutua assistenza, ottenendo protezione e sostegno in occasione delle elezioni regionali e comunali a partire dall’inizio degli anni Duemila, anche se per queste motivazioni l’accusa in primo grado ha chiesto l’assoluzione per l’intervenuta prescrizione e in parte per l’impossibilità di riscontrare sul punto le dichiarazione del collaboratore di giustizia Mario Vinciguerra. Quest’ultimo – già reggente dei Santapaola nella città del limone verdello – è il principale accusatore di Nicotra. Nei suoi verbali sono riassunti gli innumerevoli favori che il politico avrebbe fatto ai mafiosi: dall’assunzione dei loro familiari nei supermercati di proprietà al sostentamento delle famiglie dei carcerati, dalla disponibilità a cambiare somme di denaro in banconote di grossa taglia per acquistare droga a promesse di vario tipo. Compresa quella fatta a Santo La Causa.
L’ex killer e reggente della famiglia catanese dei Santapola, anche lui oggi collaboratore di giustizia, ha raccontato di avere incontrato Nicotra nei pressi di uno dei supermercati – nei confronti dei quali di recente il tribunale ha disposto l’amministrazione giudiziaria per un anno – e di avergli chiesto una mano d’aiuto per ottenere il cambio di destinazione d’uso di alcuni terreni su cui lo stesso La Causa aveva messo gli occhi ad Aci Catena. Il collaboratore, all’epoca latitante, in quell’occasione si sarebbe presentato vestito da benzinaio. Un abbigliamento che avrebbe fatto sorridere lo stesso Nicotra, come successivamente rivelato dallo stesso ex deputato a una persona fidata. L’imprenditore, inoltre, è stato ritenuto responsabile in primo grado di essere il mandante di un pestaggio ai danni di un ex consigliere comunale di Aci Catena, all’epoca socio della moglie di Nicotra in un’impresa edile. All’origine degli screzi culminati nella violenza ci sarebbe stata la contesa su una somma di denaro legata a un preliminare di vendita.
Nell’udienza di oggi il presidente della corte ha letto la relazione della causa. Il processo è stato poi rinviato a giugno, quando in programma ci sarà la requisitoria del procuratore generale.