Testimonianze e video esclusivi per raccontare l’uso blasfemo che le mafie fanno della religione. L’iniziazione, l’inginocchiamento del santo davanti casa dei boss, il bacio in bocca: sono solo alcuni dei rituali della criminalità organizzata sotto la lente d’ingrandimento di “Mafia e religione”, il film prodotto da Millonz’@art del regista Francesco Millonzi, in onda questa sera […]
“Mafia e religione” in onda questa sera alle 21:30 su Sestarete Tv. Il regista: “Non si può invocare un santo prima di uccidere”
Testimonianze e video esclusivi per raccontare l’uso blasfemo che le mafie fanno della religione.
L’iniziazione, l’inginocchiamento del santo davanti casa dei boss, il bacio in bocca: sono solo alcuni dei rituali della criminalità organizzata sotto la lente d’ingrandimento di “Mafia e religione”, il film prodotto da Millonz’@art del regista Francesco Millonzi, in onda questa sera alle 21:30 su Sestarete Tv, sul canale 81 del digitale terrestre.
Scritta e ideata con l’ex presidente dell’ufficio del Gip di Catania, Nunzio Sarpietro, ora in pensione, la pellicola – che non ha ricevuto alcun finanziamento, né pubblico né privato – analizza l’uso blasfemo che le mafie, non solo quelle italiane ma anche quelle internazionali, fanno delle religioni, lanciando un messaggio ben preciso: la religione non può essere mafia e la mafia non può farne uso per strumentalizzare la Chiesa, perché la Chiesa non è mafia.
«La Chiesa è amore e aiuto ai poveri – spiega Millonzi – come ci insegna Papa Francesco. La Chiesa è quella di don Pino Puglisi, che ha lottato sacrificando la propria vita per aiutare il prossimo ad essere libera, per aiutare i poveri, i diseredati. La mafia non crea nulla, ma distrugge».
Nel film interverranno Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della Cesi, il cardinale Francesco Montenegro, il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, il giudice Nunzio Sarpietro, il presidente del Tribunale di Palermo, Antonio Balsamo, il Gip di Caltanissetta, Graziella Luparello.
Non mancheranno le testimonianze di familiari di vittime di mafia: Michele Costa, Giovanni Impastato, i fratelli del beato Pino Puglisi, Gaetano e Francesco, Carmine Mancuso, Lucia Ievolella.
«È impensabile – conclude il regista – che i mafiosi possano invocare un santo prima di uccidere. Non si può pregare prima di uccidere».