Tredici misure cautelari sono state eseguite dalla guardia di finanza nell’ambito di una nuova indagine sulle truffe ai fondi europei destinati all’agricoltura. Ancora una volta coinvolti soggetti ritenuti vicini a Cosa nostra. I reati – interposizione fittizia, falso, reimpiegio di capitali illeciti, utilizzo di fatture per operazioni inesistenti – riguardano il territorio compreso tra Centuripe, Regalbuto, Troina, Adrano, Catania e Randazzo. Sette le persone finite in carcere, tra queste un avvocato del Foro di Catania e l’ex direttore dell’Azienda speciale silvio pastorale del Comune di Troina, che si occupa della gestione dei boschi demaniali. Altre sei persone sono finite ai domiciliari.
La procura di Caltanissetta ha chiesto e ottenuto il sequestro di denaro, società e complessi aziendali per il valore complessivo di oltre tre milioni di euro. L’indagine ha fatto luce sulle azioni compiute da soggetti già destinatari di interdittive antimafia per accaparrarsi i fondi europei, tramite l’uso di prestanome. «Gli indagati – si legge in una nota della procura – sarebbero riusciti ad assicurarsi indebitamente l’accesso agli aiuti comunitari e poi, tramite operazioni di ripulitura del denaro di provenienza delittuosa, a rientrare nella disponibilità delle medesime ricchezze».
L’apporto dato dall’ex direttore dell’Azienda speciale silvio pastorale si sarebbe manifestato tramite operazioni utili a scindere i lotti di terreno demaniale da assegnare tramite gare a evidenza pubblica, in modo da fare scendere il canone sotto la soglia di 150mila euro oltre la quale sarebbe risultato obbligatorio per i partecipanti richiedere l’informativa antimafia.
Il Comune di Catania ha diffuso una nota con la quale fornisce alcuni dettagli utili…
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