Mafia, gli interessi del duo Bontempo-Scirocco: «A Messina devono iniziare i lavori del Ponte»

«A Messina c’è il coso del Ponte… devono iniziare i lavori per il Ponte». Le antenne dell’imprenditore Giovanni Bontempo, 47 anni, erano in parte già posizionate verso la realizzazione dell’attraversamento stabile tra Sicilia e Calabria. Un affare d’oro che il 18 settembre 2023 finisce indirettamente al centro di un colloquio telefonico tra lo stesso Bontempo e un incaricato del consorzio Messina Catania Lotto Nord, al cui interno vi è WeBuild, la multinazionale specializzata in infrastrutture e grandi opere che si dovrebbe occupare proprio di realizzare il Ponte sullo Stretto. I due però non parlano direttamente dell’opera, ma di un immobile – considerato in posizione strategica, nei pressi dello svincolo Tremestieri – che potrebbe essere convertito in magazzino e uffici. Dietro l’operazione ci sarebbe la lunga mano di un terzo soggetto: si tratta di Francesco Scirocco, noto come Franco o Il Cavaliere.

Cinquantanove anni e sulle spalle una condanna per concorso esterno in associazione mafiosa per i suoi rapporti con il gruppo mafioso di Cosa nostra dei Barcellonesi, attivo lungo la fascia tirrenica. Guai noti, tanto da indurre gli interlocutori a specificare che quando sarà il momento di visionare l’immobile Scirocco è meglio che non si presenti: «Lui manda un ingegnere… manda un avvocato… non ti preoccupare», sono le rassicurazioni di Bontempo. L’affare alla fine non si conclude, ma viene comunque considerato «di estremo interesse investigativo il fatto che uno dei referenti di una società a partecipazione statale, deputata a costruire una delle più importanti opere pubbliche italiane, si renda disponibile a un incontro con un noto pregiudicato per reati di mafia, al fine di trattare un’operazione immobiliare».

Questa vicenda è soltanto uno dei capitoli che fanno parte dell’inchiesta della procura di Milano su mafia e appalti. In carcerecon l’accusa di intestazione fittizia di beni, aggravata dall’avere agevolato la mafia – sono finiti proprio Bontempo e Scirocco, entrambi originari della provincia di Messina. Secondo la ricostruzione dei magistrati e come messo nero su bianco nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice Fabricio Filice, i due avrebbe creato un sistema per aggirare le interdittive antimafia e arraffare appalti pubblici, alcuni dei quali finanziati con i soldi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Operazione voluta per rilanciare il Paese dopo la pandemia e che, indirettamente, avrebbe consentito al duo Bontempo-Scirocco di tornare in carreggiata dopo i tanti problemi giudiziari, coincisi con sequestri e confische. Tra le società di punta – ritenuta un vero e proprio braccio operativo – c’è la Infrastrutture M&B, formalmente intestata alla moglie di Bontempo. Dal 2021 al 2023 questa società avrebbe messo insieme, in tutta Italia, appalti per 200 milioni di euro.

«Le intercettazioni telefoniche – si legge nell’ordinanza – evidenziano in modo lampante che unico e vero dominus della società, che dispone di tutte le risorse finanziarie e gestionali, è sempre e solo Bontempo». Tra gli appalti in cui emergerebbe il suo ruolo direttivo c’è quello per la progettazione esecutiva della rete idrica della Sicilia sud-occidentale, ma anche tre appalti banditi dal Comune di Bronte, in provincia di Catania. Ma la commessa principale della Infrastrutture M&B – del valore di 40 milioni di euro, suddivisa in 23 lotti – è quello riferito alla gara Anas per i lavori di raccordo stradale sulla Catania-Augusta. La società viene definita «il veicolo attraverso il quale le opere pubbliche vengono poi dirottate per l’esecuzione a manovalanze e mezzi provenienti da realtà imprenditoriali diverse e riconducibili a Scirocco». Quest’ultimo viene bollato come «un supervisore» dell’intera operazione, perché sarebbe intervenuto «in maniera determinante» nell’individuazione dei fornitori e nelle trattative sui prezzi, elementi dai quali dipenderebbe l’effettivo guadagno dell’appalto.

Scirocco interviene, per esempio, per il noleggio di un escavatore. Intermediazioni che spesso nascondono aneddoti curiosi come un viaggio, non troppo comodo, con una macchina datata: «E ma tu poi, minchiatu lo porti in giro con una Clio senza aria condizionata», si lamentava Bontempo con un ingegnere di sua fiducia. Per ricostruire i contatti tra i due indagati gli inquirenti hanno monitorato il traffico di messaggi su Telegram – un servizio di messaggistica istantanea simile a WhatsApp – ma anche alcuni incontri: uno di questi avvenuto a Messina, l’altro a Milano. Viaggio, quello nel capoluogo lombardo – dove avevano sede diverse società – che sarebbe rientrato in un’operazione immobiliare per l’acquisto di un terreno. «Si tratta – dicevano intercettati – di 700 metri quadrati che si possono costruire e 2500 metri di parco e chiede 700mila euro». Su contatti e affari si è espressa, attraverso una nota, anche WeBuild, specificando come Bontempo e Scirocco non abbiano rapporti lavorativi con la multinazionale e aggiungendo pure che l’operazione legata alla struttura da trasformare in magazzino e uffici sarebbe stata portata avanti in maniera autonoma e unilaterale dall’uomo entrato in contatto con i due indagati.


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