Madonie, scuole ancora chiuse per il freddo A Caltavuturo studenti trasferiti in convento

Il freddo e la neve degli ultimi due giorni e le previsioni di questo inizio settimana hanno obbligato gli amministratori di diversi Comuni delle Madonie a firmare le ordinanze sulla chiusura degli istituti scolastici. Tra questi ci sono: Gangi, Petralia Sottana, Petralia Soprana e Geraci Siculo. Durante la notte la neve è tornata a cadere copiosa sulle Madonie oltre i seicento metri di quota. Ieri cinquanta persone sono state soccorse dalle forze dell’ordine a Piano Battaglia perché rimaste bloccate dalla neve. «Da ieri pomeriggio continua a nevicare a Petralia Sottana – dice l’assessore ai Servizi scolastici, Mario Casserà – Nuovi accumuli sulle strade, per circa 15-20 centimetri, hanno costretto a chiudere ancora un altro giorno le scuole. Inizia ad aggravarsi la situazione per la didattica». Casserà ha sottolineato quanto stia diventando problematico recuperare quasi un mese di vacanze tra natale ed emergenza neve. 

«Già dalle prime ore del mattino attiva la macchina comunale per liberare le strade», aggiunge l’assessore. Assicurata la viabilità nelle statali, nella provinciale 54 e l’accesso all’ospedale. «Più di dieci giorni di emergenza neve stanno mettendo a dura prova la macchina organizzativa comunale – conclude – che sta ben rispondendo, facendo fronte tempestivamente anche ai guasti della rete idrica che si sono verificati in queste drammatiche giornate». A Geraci Siculo il vice sindaco Luigi Iuppa, oltre a ordinare la chiusura delle scuole, ha deciso di chiamare in causa anche l’associazione di volontariato locale della protezione civile, per le necessità di soccorso alla cittadinanza e lo spargimento di sale per disgelo. Anche a Caltavuturo questa mattina i tetti erano imbiancati. L’unico problema a causa del freddo, che si è verificato nel comune guidato dal sindaco Domenico Giannopolo, è all’istituto comprensivo G. Oddo. Un piano della struttura è chiuso per lavori di messa in sicurezza, prevenzione e riduzione del rischio connesso alla vulnerabilità sismica degli elementi non strutturali, che dovevano terminare a settembre, ma ancora non si sono conclusi. Così l’amministrazione ha deciso di trasferire i ragazzi nelle aule del convento Maria Ausiliatrice, installando nelle stanze cinque pompe di calore per affrontare al meglio il freddo. 

A causa delle basse temperature, i condizionatori non riescono a riscaldare le aule. La potenza richiesta è troppo alta e scatta il contatore. Così, da oggi, i ragazzi hanno deciso di scioperare. «Non possiamo – commenta l’assessore Epifanio Giardina – sobbarcarci le spese per un aumento di potenza in una struttura che non è nostra ma di proprietà delle suore, di cui paghiamo l’affitto. Non possiamo pensare ad altre soluzioni per riscaldare una struttura che non è nostra». Gli addetti dell’ufficio tecnico comunale hanno pensato di riscaldare gradualmente le aule, portando la temperatura – tenendo accese le pompe tutto il giorno – a soli 16 gradi e poi durante le lezioni portandoli alla temperatura massima di 22 gradi.


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