Ma non è un po’ strana questa grande vittoria del PD in Italia in un Europa sempre più euroscettica?

SIAMO COSI’ SICURI CHE GLI ITALIANI CHE HANNO VOTATO SONO FAVOREVOLI AL FISCAL COMPACT E AL TWO PACK? E’ LECITO MANIFESTARE DUBBI SU TUTTO QUELLO CHE STA SUCCEDENDO?

di Economicus

Alla luce di quanto avvenuto nel resto dell’Europa cosiddetta ‘unita’, la vittoria di Matteo Renzi appare non soltanto distonica, ma anche strana.

Se ci facciamo caso, l’Italia è l’unico Paese dove gli euroscettici sono stati puniti, contro tutte le previsioni della vigilia.

Ma mentre in Italia si celebra la strana vittoria di Renzi – e più avanti spiegheremo il perché di questa stranezza – pochi seguono cosa sta succedendo nel resto della ‘presunta’ Unione europea.

I fans dell’Europa dell’euro sostengono che gli euroscettici non hanno vinto. In realtà, numeri alla mano, la presenza, nel nuovo Parlamento europeo, degli euroscettici è raddoppiata: da 56, i parlamentari che contestano l’Europa unita (o presunta tale) e, soprattutto, l’euro sono passati a 115.

Perdono, invece, i Partiti che difendono l’euro: il Ppe ha lasciato sul campo il 7 per cento dei voti; i socialisti perdono voti di qua e di là (il tonfo del Governo francese di Hollande è clamoroso), ma si salvano – ma vedi un po’ che caso – grazie alla vittoria di Renzi in Italia, restando stabili al 25 per cento.

Né il Partito popolare europeo, né i socialisti hanno la maggioranza assoluta in Parlamento. Morale: dovranno governare insieme. Gli piaccia o no, ma per governare dovranno dare vita a una grande coalizione. La futura Commissione europea sarà il frutto di un compromesso.

Sarà un compromesso confuso ed incerto, perché i socialisti hanno perso. E hanno perso perché, nei passati cinque anni, hanno avallato le politiche del ‘rigore’ imposte dalla Germania.

Dall’altra parte, i Popolari europei – capeggiati dalla cancelliera Angela Merkel – proprio perché, nella stessa Germania la Merkel, tutto sommato, ha tenuto, concederanno poco o nulla ai socialisti.

Insomma, la convivenza tra Popolari e socialisti, nella cosiddetta Unione europea, si annuncia indispensabile, ma burrascosa. Se la Merkel cederà troppo, andrà giù; anche i socialisti, se non otterranno lo smantellamento del ‘rigore’, trascineranno nel baratro tutti i Partiti socialisti dei Paesi europei.

Va tenuta nel debito conto la vittoria di Marine Le Pen in Francia: che è una chiara vittoria anti-Europa e anti-euro. Con tutto il rispetto, la Francia non è l’Italia. La Francia è il Paese della ‘Rivoluzione francese’, non degli 80 euro!

A chi l’avesse dimenticato, va ricordato che l’odierno caos istituzionale dell’Unione europea è il frutto di un pronunciamento democratico del popolo francese.

La Francia è un Paese democratico. A differenza dell’Italia, dove un Governo nato al di fuori della democrazia – parliamo del Governo Monti – ha approvato il Fiscal Compact con l’avallo di un Parlamento-Porcellum di ‘nominati’, la Francia, nel 2005, ha celebrato un importante referendum.

Gli elettori francesi – che la politica, grazie anche alla cultura della ‘Rivoluzione francese’ non può ignorare – hanno ‘bocciato’ la Costituzione che, in modo raffazzonato e approssimativo, avrebbe voluto introdurre una discutibile ‘integrazione’ dell’Unione europea.

Questa Costituzione europea – che l’Italia avrebbe ‘ingoiato’ anche senza le radici cristiane – avrebbe dovuto creare Stati Uniti d’Europa. Invece questo progetto è andato a farsi benedire grazie ai francesi che oggi, non a caso, hanno votato in massa contro l’Unione europea e contro l’euro.

Non sfugge agli osservatori che l’abortita Costituzione europea ha indebolito l’euro, che oggi rimane una moneta unica che ha alle spalle una Banca centrale europea, ma non un’Unione europea di Paesi: Paesi europei che, oggi, rimangono profondamente divisi.

Il fallimento della Costituzione europea ha prodotto una moneta unica che avvantaggia alcuni Paesi (Germania in testa) e penalizza altri Paesi (Italia in testa).

La crisi dell’Unione europea e dell’euro è anche la risultante politica della fallita Costituzione europea per mano di un voto democratico espresso dal popolo francese. E non è un caso se un secondo colpo – pesantissimo – all’euro e ai suoi sponsor è arrivato, ancora una volta, dalla Francia.

Che cosa accadrà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi? I ‘massoni’ dell’euro si sono ‘occupati’ dell’Italia. Ma sono rimasti con il ‘culo’ scoperto in Francia. Lì, i massoni dell’euro, i calci se li prendono loro.

E l’Italia? Il nostro non è più un Paese totalmente democratico. E’ un Paese finto-democratico. Se l’Italia fosse democratica, il popolo sarebbe stato interpellato con un referendum per decidere sul Fiscal Compact e sul Two Pack. Invece queste decisioni le hanno prese i Governi che, nella migliore delle ipotesi, sono stati mandati avanti da un Parlamento di ‘nominati’: quel Parlamento che è stato delegittimato dalla Corte Costituzionale. 

Se l’Italia fosse un Paese democratico sarebbe stato normale celebrare referendum sui temi dell’Europa. Com’è stato fatto in altri Paesi dell’Unione europea ancora democratici. Invece, in Italia, le decisioni dell’Unione europea ce le fanno ‘inghiottire’. Della volontà popolare se ne stanno ‘sbattendo’.

In compenso, il Parlamento di ‘nominati’ ha modificato la Costituzione del nostro Paese su indicazione dell’Unione europea. Introducendo un abusivo e incostituzionale “pareggio di bilancio”. In Italia, nei fatti, la volontà popolare non conta più nulla.

L’Italia, chissà perché, si inginocchia davanti ai voleri dell’Unione europea. Ed è in quest’Italia – in quest’Unione europea – che Renzi e il PD hanno vinto queste strane elezioni.

Guarda caso, è stata battuta – ‘doppiata’ – la forza politica (Movimento 5 Stelle) che avrebbe voluto la celebrazione di un referendum sull’euro e l’abolizione del Fiscal Compact.

Tutto casuale. Casuale è anche che a Luglio l’Italia andrà a presiedere quello che resta di una sempre più sfasciata Unione europea. La presidenza va – guarda caso – a uno dei pochi Paesi dove non hanno vinto gli euroscettici.

Guarda caso, il Partito alleato del PD, il Nuovo centrodestra democratico di Angelino Alfano, ha superato lo sbarramento del 4 per cento per una manciata di voti. Un caso anche questo, indubbiamente.

Si possono manifestare i presocratici dubbi su tutto quello che è successo nel segreto delle urne? O il presocratico dubbio diventa un peccato di lesa maestà?


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