L'Università di Berkeley negli USA decide di fornire il proprio materiale universitario attraverso Google Video. Siamo di fronte ad una nuova era del coursecasting?
L’università con Google
– Scusa mi passi gli appunti della lezione?
– Ma dai, guardatela su Google!
Questo dialogo fra studenti, che fino a qualche tempo fa sarebbe potuto apparire surreale, adesso acquisisce il crisma della normalità. Un esempio su tutti. Già da un anno, l’Università di Berkeley, negli USA, ha deciso di affidare alla sezione video del popolare motore di ricerca la diffusione di una vasta quantità di materiale universitario in maniera totalmente gratuita.
Ed ecco che Google Video acquisisce così una marcia in più. Infatti, a differenza del “cugino” YouTube, permettendo il download dei video rende sicuramente più funzionale l’utilizzo di lezioni universitarie, che potranno così essere fruite in maniera del tutto libera e senza la necessità di trovarsi di fronte ad un pc connesso ad internet.
Questa piccola rivoluzione nel campo dell’istruzione universitaria si inserisce dentro il più generale fenomeno del cosiddetto coursecasting, vale a dire la diffusione di materiale educativo attraverso la rete. Già la stessa università statunitense aveva siglato un accordo con Apple per la diffusione di un podcast contenente registrazioni di conferenze, lezioni e altro che gli studenti potessero liberamente scaricare ed ascoltare sui loro pc o i-Pod. Tuttavia, al di là del lodevole mecenatismo, dietro operazioni di questo genere si cela anche un notevole riscontro in termini di immagine che, siamo certi, a Berkeley abbiano tenuto nel dovuto conto.
Ad ogni modo, grazie alla presenza di quasi 250 ore di lezioni, destinate in un prossimo futuro ad aumentare di numero, l’ateneo è la prima struttura universitaria ad essersi guadagnata un’apposita sezione su Google Video, come la direzione tiene a sottolineare nel comunicato ufficiale. Difficile non pensare che questa diventi un punto di riferimento per tutti gli studenti più sonnacchiosi che preferiscono rimanere a crogiolarsi sotto le coperte, piuttosto che andare a lezione. Tanto c’è Google.
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