Studenti in piazza Università a Catania, lunedì 24 ottobre alle ore 17, per protestare contro la bozza del nuovo regolamento, proposto dalla Commissione Didatica dell’Ateneo etneo. In modo particolare non condividono la riduzione degli appelli e alcune limitazioni previste. Chiedono con forza un ruolo centrale nel dibattito universitario. La comunità studentesca si oppone alle modifiche […]
Lunedì la protesta in piazza Università contro il taglio degli appelli per gli studenti dell’Ateneo
Studenti in piazza Università a Catania, lunedì 24 ottobre alle ore 17, per protestare contro la bozza del nuovo regolamento, proposto dalla Commissione Didatica dell’Ateneo etneo. In modo particolare non condividono la riduzione degli appelli e alcune limitazioni previste. Chiedono con forza un ruolo centrale nel dibattito universitario. La comunità studentesca si oppone alle modifiche e puntano alla revoca ufficiale e immediata di tutte le proposte. Per tale ragione avanzano cinque punti:
- la previsione di due periodi di pause didattiche in cui inserire gli appelli per il recupero delle materie degli anni precedenti distanziate di almeno venti giorni dalle sessioni ordinarie e dagli appelli straordinari;
- la calendarizzazione dei due appelli straordinari per gli studenti fuori corso, laureandi, lavoratori, atleti ed in situazione di difficoltà nei mesi di novembre e maggio;
- la previsione di ulteriori appelli per gli studenti laureandi in procinto di conseguire il titolo di studio;
- la previsione della didattica a distanza per esami e lezioni per gli studenti lavoratori, atleti e in situazione di difficoltà;
- la modifica dei regolamenti delle commissioni UNICT al fine di prevedere la pariteticità tra studenti e l’insieme di docenti e personale tecnico amministrativo. Gli studenti scenderanno in piazza a protestare anche per cercare di ottenere risposte a problematiche sollevate da tempo come il sovraffollamento delle aule, la pubblicazione in ritardo dei calendari di esame, la questione mobilità per il polo di via Santa Sofia. A sostenere questo stato di agitazione oltre 15mila firme raccolte.