Luca Bianchi ci riprova: spunta un altro biglietto per Roma

PER L’ASSESSORE REGIONALE ALL’ECONOMIA LA PROSPETTIVA DI DIRIGERE L’AGENZIA NAZIONALE PER A COESIONE TERRITORIALE

Dopo la clamorosa batosta riservata dal Governo Renzi al Pd siciliano nella partita della nomina dei sottosegretari, partita in cui i dem regionali hanno dimostrato di contare quanto un due di mazze con la briscola  a denari, Luca Bianchi ci riprova.

L’attuale assessore regionale all’Economia, come sappiamo, era dato tra i papabili che avrebbero infarcito la squadra di Governo. Sponsorizzato dallo stesso Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, che così avrebbe trovato un modo gentile per liberarsene, ma anche dal capogruppo del Pd all’Ars, Baldo Gucciardi, Mirello Crisafulli e il Senatore, Beppe Lumia, Bianchi era considerato in pole position.  Nelle stesse ore i cuperliani di Sicilia, come racconta Repubblica Palermo,  proponevano il nome del suo segretario particolare, Peppe Provenzano ad insaputa dello stesso Bianchi e dello stesso Provenzano che dice  dice di non saperne nulla.

In ogni caso, come sappiamo, Renzi non ha accolto né il suo suggerimento, né quello degli altri esponenti del Pd siciliano. E avrebbe detto no anche al suo delfino siciliano, Davide Faraone, al quale non sarebbe dispiaciuto un posto da vice ministro.

Argomento chiuso? Non pare. Secondo quanto riporta stamattina Repubblica Palermo, per l’assessore Bianchi c’è la prospettiva della poltrona di direttore generale dell’Agenzia per la Coesione territoriale.

L’unica cosa certa è che la partita dei sottosegretari ha lasciato l’amaro in bocca al Pd dell’Isola. Il suo neo segretario, Filippo Raciti, non ha esitato a parlare di un vero e proprio sgarbo fatto al partito, anche alla luce dei premi concessi a Ncd di Angelino Alfano che ha visto la riconferma dei suoi: “Il fatto è che nel Pd siciliano non si ragiona su base territoriale, ma correntizia” ammette comunque Raciti.

Ridimensiona invece Faraone, secondo il quale, non è da questi particolari che si misura l’impegno del Governo verso la Sicilia. Ma in casa Pd lui stesso viene accusato di non essersi speso in favore dei candidati siciliani, perché troppo preso dal suo inseguimento ad un posto da viceministro.

Intanto a Sala d’Ercole si attende ancora la manovra finanziaria bis che viene rimandata di giorno i giorno, da settimana in settimana.  Viene da pensare che Bianchi sia troppo impegnato a cercarsi una poltrona romana per concentrarsi sulla manovra. Anche se è più probabile, che la pessima figura fatta con la Legge di stabilità, impugnata per il 70% dal Commissario dello Stato, lo spinga ad essere più cauto nelle soluzioni proposte.

Una manovra che in teoria dovrebbe sbloccare 300 milioni di spesa, ma in pratica questi trecento milioni non si sa da dove arriveranno.

L’Aula tornerà a riunirsi martedì e si riprende con il lentissimo e stanco dibattito sulla riforma delle Province.

Ars: la manovra finanziaria bis è solo un bluff

 


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