Lex presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, deve avere le idee un po confuse. Ieri ha spiegato che se Rosario Crocetta ha vinto le elezioni il merito, ebbene, il merito è anche del Partito dei Siciliani (cioè dello stesso Lombardo), di Grande Sud di Gianfranco Miccichè e del Movimento Popolare di Riccardo Savona. E il motivo è semplice: sono stati Lombardo, Miccichè e Savona a rompere il fronte del centrodestra e a fare perdere Nello Musumeci.
Tesi che è vera solo in parte, visto che racconta solo la mezza verità. Laltra mezza verità è la dabbenaggine politica di alcuni dirigenti del Pdl siciliano, che hanno fatto di tutto per allontanare Miccichè, di fatto auto-incaprettandosi.
Ma la notizia – lo ribadiamo – è la confessione in pubblico di Lombardo. Che si vanta di aver rotto il fronte dei moderati siciliani. Determinando la vittoria di Crocetta. Dimenticando che una simile lettura dà forza a quanti sostengono che, sottobanco, pezzi dello schieramento che vedeva insieme il Partito dei Siciliani, Grande Sud e il Movimento popolare avrebbero fatto votare per Crocetta. E siccome questo schieramento appoggiava la candidatura alla presidenza della Regione di Gianfranco Miccichè, a questultimo sarebbero venuti a mancare voti.
Lo stesso Lombardo precisa che, in ogni caso, limpegno nei riguardi di Miccichè, da parte dei suo schieramento, non sarebbe venuto meno.
Le due considerazioni, però, non sono compatibili. Perché se la rottura del fronte moderato – come dice Lombardo – ha favorito Crocetta, avrà, deve avere indebolito Miccichè.
In questa storia raccontata da Lombardo con linguaggio allusivo lunica cosa vera è che i voti che Miccichè si aspettava di prendere non si sono materializzati.
Quanto a Lombardo, è molto divertente assistere alla nemesi storica della quale oggi comincia ad essere vittima. Per tre-quattro anni non ha fatto altro che rubacchiare parlamentari a destra e a manca, indebolendo questa o quella formazione politica. Oggi, quello che lui ha fatto agli altri, viene fatto a lui. Nicola DAgostino, per esempio, già capogruppo dellMpa allArs nella scorsa legislatura, è già in viaggio verso le poltrone: quelle poltrone che lallora presidente Lombardo utilizzava per intruppare personale tra le proprie fila.
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