Lombardo & Cracolici: chi la fa se l’aspetti…

Per quattro anni hanno fatto e disfatto quello che hanno voluto. Un Governo di qua, un Governo di là: un Partito di qua, un Partito di là: un assessore di qua e uno di là. I due ‘spatuliavano’ che era un piacere. E tutti gli avversari lì, a masticare amaro. E se a Raffaele Lombardo e ad Antonello Cracolici facevi notare che a governare la Sicilia erano quelli che avevano perso le elezioni regionali del 2008, mentre all’opposizione erano finiti quelli che le elezioni le avevano vinte, i due scrollavano le spalle: “E’ la politica…”.

Già, tra il 2008 e il 2011 la politica siciliana è andata all’incontrario. Il Pd aveva perso le elezioni. Con un magro 18 per cento avrebbe dovuto prendere, sì e no, 16 seggi. Invece ne portava a casa 36. Questo perché tre liste sfioravano ma non raggiungevano il 5 per cento, che è la soglia di sbarramento sotto la quale non si ha diritto ad avere rappresentanti a Sala d’Ercole. (a sinistra, Antonello Cracolici e Raffaele Lombardo: foto tratta da thelorereport.blogdo.net)

Le liste del centrodestra avevano fatto il ‘pieno’: 67 per cento e rotti. Solo che le elezioni erano state sfalsate in partenza. Perché il presidente della Regione appena eletto, Raffaele Lombardo – voluto da Totò Cuffaro contro Gianfranco Miccichè – già in campagna elettorale, si era messo d’accordo con Miccichè, contro Cuffaro, in alleanza con il Pd. E infatti, per quattro anni, Lombardo ha governato prima con Miccichè e, sotto banco, con il Pd. Poi mettendo fuori Miccichè e sopra il banco con il Pd. Insomma, con Lombardo presidente chi aveva vinto le elezioni aveva perso, mentre chi aveva perso aveva vinto.

Il trasformismo politico non ha portato fortuna a Lombardo e al Pd. Dopo quattro anni di governo e di clientelismo a tutto spiano, il Partito di Lombardo e il Pd siciliano escono dalle ultime elezioni molto ‘ammaccati’.

Su molti giornali abbiamo letto che l’Mpa di Lombardo – che oggi si chiama Partito dei Siciliani – è passato dal 14-15 per cento di quattro anni fa al 9 per cento. Errore: perché quattro anni fa Lombardo presentava tre liste: quella dell’Mpa, che ha preso il 14-15 per cento e altre due liste che, insieme, hanno raggiunto il 9 per cento e rotti (due delle tre già citate liste che non hanno raggiunto il 5 per cento).

Morale: il Partito di Lombardo, lo scorso 28 ottobre, ha perso il 15 per cento circa di voti. Ovvero, circa 300 mila voti di lista. Un disastro.

Non è andata meglio al Pd, altro Partito che si è cimentato con il trasformismo politico. Il Pd, alle recenti elezioni regionali, ha perso circa 200 mila voti. All’Ars, oggi, può contare su 14 deputati. A conti fatti, oltre 20 parlamentari in meno rispetto alla passata legislatura. Un altro disastro.

Ma oltre al disastro, per Lombardo e Cracolici, c’è anche l’amaro, forse per ‘digerire’ i ‘rospi’ che in queste ore sono stati costretti a ingoiare.

In quattro anni di Governo, Lombardo ne ha combinate di tutti i colori. E ha fatto un sacco di ‘dispetti’ al suo ‘nemico’ storico’: il Senatore Giuseppe Firrarello detto ‘Pino’. Per quattro anni l’ex presidente della regione si è divertito.

Ieri, però, Firrarello si è preso una grande rivincita: sua la ‘regia’ dei voti del Pdl che hanno determinato l’elezione di Giovanni Ardizzone alla presidenza dell’Ars. Sempre a ‘cura’ di Firrarello la presenza ‘variabile’ di ‘neutrini’ del Pdl dentro il Governo Crocetta. Il tutto mentre lo stesso Crocetta, Giampiero D’Alia e Beppe Lumia si apprestano a lanciare un’ ‘Opa’ politica sul sistema di potere di Lombardo a Catania, per togliergli tutto, compresi gli otto parlamentari che gli sono rimasti all’Ars.

Eh sì, dopo quattro anni di masticare fiele, Firrarello, in queste ore, dalla ‘sua’ Bronte, cittadina della quale è Sindaco (Lombardo provò anche a scalzarlo da lì, senza riuscirci), seduto a un tavolo, si gusta una bella fetta di carne…

Non va meglio per il ‘Rosso’ del Pd siciliano, ovvero Antonello Cracolici. Voleva vincere le elezioni, Antonello, ma il Pd, come già accennato, le ha perse. Pensava di controllare Beppe Lumia, e poi si è scoperto che era Lumia che ‘giocava’ con lui’. Avrebbe voluto fare il presidente dell’Ars ed è stato ‘stoppato’. Voleva entrare nel Governo e gliel’hanno impedito. Ieri ha provato a mandare all’aria l’elezione di Ardizzone alla presidenza dell’Ars e ha perso pure questa partita. Insomma, per Antonello sconfitte su sconfitte. Se gli andrà bene acciufferà una vice presidenza dell’Ars.

E’ proprio vero: non fare mai agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te. Ci puoi anche non credere. Ma il conto, prima o poi, te lo presentano sempre…

 


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