Lo stupro dopo la serata alla discoteca del porto La 25enne lasciata in strada dopo ore di violenza

Violenza sessuale di gruppo. È l’accusa nei confronti dei tre uomini arrestati dai carabinieri di Misterbianco: sarebbero loro ad avere violentato ripetutamente, e per ore, una giovane donna di 25 anni incontrata alla serata della discoteca Ecs dogana club, al porto di Catania. Dopo le prime notizie, diffuse questa mattina dal quotidiano La Sicilia, adesso la dinamica della vicenda comincia a essere più chiara. Anche grazie alla testimonianza della ragazza, all’ospedale Garibaldi per tutti gli accertamenti sul suo stato di salute. La ricostruzione parte da prima che la giovane, originaria di un Comune nei pressi di Palagonia, arrivasse nel noto locale catanese. Accompagnata da un amico, lo avrebbe salutato nel corso della serata per trascorrere il resto del tempo con un ragazzo – circa trent’anni – conosciuto su Facebook e i suoi due amici: un 22enne e un 35enne

Secondo le forze dell’ordine, la ragazza sarebbe stata fatta bere. «Parecchio», precisano gli investigatori. Stordita dagli alcolici, sarebbe uscita dalla struttura di via Dusmet intorno alle tre del mattino, sempre in compagnia dei tre uomini. La promessa era una: l’avrebbero riportata a casa. In realtà, però, gli abusi sarebbero cominciati appena entrata nell’automobile, diretta – anziché nel Calatino – a Misterbianco. Lungo la strada, la vettura viene fermata per un controllo della polizia. La situazione, però, sembra tranquilla e, forse, l’uomo che era alla guida non era in stato di ebbrezza. Il viaggio verso il parcheggio del cimitero misterbianchese, quindi, continua. Là – zona appartata e non particolarmente illuminata – la 25enne viene tenuta per ore all’interno del veicolo.

A stuprarla sarebbero stati tutt’e tre. Uno originario di Misterbianco, uno di un paese nei pressi di Acireale e il terzo di Catania, tutti incensurati. È passata l’alba quando la 25enne viene abbandonata nello spiazzo del parcheggio. Mancano pochi minuti alle sette, lei è seminuda e si incammina fino ad arrivare alla strada, la vicina via Muscalora. Un passante, a bordo di una macchina, si accorge di lei, accosta e la porta alla tenenza dei carabinieri di Misterbianco. Nella rubrica del suo cellulare, però, non ci sono i numeri dei tre uomini conosciuti sui social network. Gli investigatori cercano il nome del 30enne tra le chat su Facebook e, mentre tentano di individuare gli altri due, scoprono che la vettura era stata bloccata dalle forze dell’ordine. E così riescono a scoprire i nomi che mancano.

«Le indagini vanno avanti» è il mantra ripetuto dai militari. Prima ci sono da concludere gli esami sulla vettura dove sarebbero avvenute le violenze, poi bisogna analizzare i cellulari dei tre accusati. Gli smartphone sono stati posti sotto sequestro: tutto quello che c’è dentro – contenuti e telefonate – sarà passato al setaccio. Nel frattempo sono state sentite anche delle persone che erano presenti alla serata e che avrebbero confermato di avere visto la 25enne con i tre. 


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