In un momento in cui il mondo dello spettacolo risente della carenza di attenzioni delle istituzioni, il museo Pasqualino si è adattato. Tra podcast e tour virtuali. «Tra tradizione e tecnologia restiamo vicini al pubblico», spiega il direttore Rosario Perricone
Lo streaming salva l’opera dei pupi durante la pandemia «Puntiamo sulle storie a puntate, come nelle serie tv»
In tempo di pandemia anche lo storico museo delle marionette palermitano ha dovuto reinventarsi. Dirette streaming, fotografie e podcast per continuare a custodire l’arte dei pupari che entra, grazie alle nuove tecnologie, nelle case delle persone. «Abbiamo iniziato durante il lockdown, l’anno scorso, – spiega a MeridioNews Rosario Perricone, direttore del Museo Pasqualino – con delle attività dal titolo Il museo a casa tua, proprio per non perdere il rapporto con il pubblico, con le persone. È stato faticoso perché abbiamo dovuto rimodulare tutte le nostre modalità espressive e comunicative però è stato molto utile e bello».
Su Spotify, Google e Apple Podcast è stato lanciato l’appuntamento mensile con I podcast delle Marionette. In streaming da stamane ci sarà la terza puntata sulla figura misteriosa di Gaspare Canino, il puparo vagabondo. «Con questo strumento – spiega il direttore del Pasqualino – entriamo nel dettaglio delle collezioni. Quello di Canino è un mestiere completo perché racchiude non solo i pupi ma anche le scene, i cartelli, gli oggetti di scena, gli strumenti, gli attrezzi del puparo. È tra le collezioni più importanti che abbiamo perché custodisce tra l’altro un oggetto di particolare pregio: il pupo siciliano armato più antico».
Fu proprio il nonno di Canino, Alberto, a costruire il primo pupo con l’armatura di ottone lucido e le gambe flessibili, dopo aver assistito agli spettacoli di marionette del napoletano Gaetano Greco, che già all’epoca manovrava i suoi pupi con dei fili. Questa nuova conformazione, ideata da Alberto Canino, rendeva più avvincenti i combattimenti consentendo al puparo di fare morire i soldati in scena. «Cosa che gli spettatori apprezzavano particolarmente – si sente nel podcast – quando Alberto aprì un teatrino decorato con scene vivaci e un magnifico sipario dipinto, il successo che gli tributò il pubblico palermitano fu enorme». «Questo podcast racconta in pochi minuti la biografia del puparo vagabondo – spiega Perricone – è una di quelle storie che incontrano il distacco, la formazione autonoma, l’invenzione di nuovi modi e luoghi in cui andare e sperimentare quest’arte. Il distacco è un passaggio fondamentale in quasi tutte le storie di vita dei pupari perché è così che si cresce da artisti, distaccandosi».
L’iniziativa, realizzata dal Museo Pasqualino in collaborazione con La fabbrica dei podcast, vede l’attore Sandro Dieli come voce narrante. «Con i podcast cerchiamo di mettere insieme ricerca e documentazione, inserendo interviste, materiale d’archivio. Il nostro museo è innanzitutto un museo che fa ricerca, nasce dal lavoro degli antropologi, legati a Buttitta, che hanno incontrato pupari, registrato canti, spettacoli. Questo nuovo strumento, adesso utilizzato per fare didattica, fa da connubio tra le diverse anime che vivono all’interno di questo posto da sempre. Il linguaggio è teatrale, narrativo, sulle orme del vecchio radio-dramma».
Ogni fine settimana, sempre online, si svolgerà la rassegna annuale Sicilian Puppets Series, ideata dal Museo delle Marionette in collaborazione con la Rete italiana di organismi per la tutela, promozione e valorizzazione dell’opera dei pupi. Una rassegna inserita all’interno del progetto The Image of Oral Thought, finanziato dal ministero dei Beni culturali per salvaguardare il teatro dell’opera dei pupi siciliani, sotto tutela dell’Unesco. Saranno dieci le compagnie coinvolte per ottanta spettacoli, trasmessi in streaming gratuitamente fino al 31 ottobre. Un tour virtuale tra i teatri stabili di Opera dei pupi e i luoghi della cultura di sei comuni siciliani. «Questa rassegna – racconta l’antropologo palermitano – nasce dalla nostra esigenza di continuare, pur nel momento di lockdown e chiusura dei teatri, a far vivere l’opera dei pupi. È da ormai più di un anno che le compagnie di opere dei pupi in Sicilia non fanno nessuna attività. Grazie a questo lavoro di rete siamo riusciti a sostenere queste dieci compagnie che altrimenti dopo un anno di chiusura sarebbero scomparse».
Questo fine settimana toccherà alla compagnia Turi Grasso di Acireale e alla compagnia Brigliadoro di Palermo. L’idea innovativa, in realtà un ritorno alle origini, è quella di realizzare le puntate in serie. «Stiamo stimolando a fare gli spettacoli a puntate, in serie, come si facevano una volta – spiega Perricone – prima ogni giorno c’era uno spettacolo diverso. Siccome adesso vanno di moda le serie tv, abbiamo deciso di riprendere questa usanza. Così le compagnie, mettendo in scena gli spettacoli, riprendono in mano i vecchi canovacci e si ritorna a lavorare in modo da mettere in circolo una trasmissione del sapere che non sia stereotipata a solo uno, due spettacoli classici ma sulla complessità di questi cicli».
Lo streaming degli spettacoli online sta dando parecchie soddisfazioni al Museo delle marionette che intende continuare a proporre questa modalità anche quando si potrà ritornare a teatro. «Raggiungiamo persone da tutto il mondo – commenta il direttore del Museo Pasqualino – nell’arco di una settimana siamo arrivati anche ad avere 12mila visualizzazioni in alcuni spettacoli, una vera promozione della cultura siciliana nel mondo». Durante la settimana, nel rispetto delle norme anti-Covid, rimane possibile visitare la collezione del Museo Pasqualino. «Noi siamo aperti tutti i giorni dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 18», conclude l’antropologo.