Lo ‘scivolone’ del Governo su Sicilia e Servizi

La ‘poltronite’ è una brutta ‘malattia’. Obnubila il cervello e toglie lucidità. Quando colpisce chi è al potere, si sa, lo scivolone è sempre dietro l’angolo. 

E’ successo nei giorni scorsi con la giunta regionale presieduta da Raffaele Lombardo. Che ha nominato nel collegio dei revisori della società ‘Sicilia e Servizi’ un commercialista, Eugenio Trafficante, nei guai con la giustizia. Cose che capitano quando l’esercizio del potere non è meditato.

Della vicenda ne hanno approfittato gli esponenti dell’opposizione, che si sono sbizzarriti nell’ironizzare sul Governo. Gianfranco Miccichè, leader di ‘Grande Sud‘, come abbiamo riportato ieri sul nostro giornale, ha definito la nomina e, in generale, la gestione della Sicilia da parte del Governo Lombardo un “teatro dei pupi”.

A Miccichè e ad altri esponenti del centrodestra replica il capogruppo dell’Mpa all’Ars, Nicola D’Agostino.

“Ci sembrano veramente fuori luogo – dice D’Agostino – i commenti di Miccichè e Castiglione (Giuseppe Castiglione, uno dei tre coordinatori del Pdl siciliano ndr) sulla questione relativa alla nomina del revisore dei conti di Sicilia e Servizi. Ci rendiamo conto che sarebbe preferibile non trovarsi mai in simili situazioni e tuttavia, e per estrema chiarezza, nessuno pensi che ci si ritrovi a che fare con incompetenti. Il revisore aveva attestato sotto la propria responsabilità  il possesso di tutti i requisiti professionali e di onorabilità  all’atto di presentazione del curriculum, tra la sua indicazione e la sua nomina è intervenuto un arresto per stalking del quale l’amministrazione, forse troppo lenta, non ha avuto notizia”.

“Non sappiamo se avesse dichiarato il falso – aggiunge il capogruppo dell’Mpa all’Ars – sta di fatto che adesso che il liquidatore ha segnalato il caso si provvederà  all’immediata revoca. Ogni altra bassa speculazione 訠respinta ai mittenti che, ci auguriamo, non si trovino mai in futuro a gestire circostanze del genere”.

L’onorevole D’Agostino è giovane. E, con molta probabilità, non era nemmeno nato quando Silvio Milazzo guidava l’ultimo dei suoi tre Governi regionali ‘ribelli’. Anche in quell’occasione avvenne una cosa simile. Il democristiani, che erano all’opposizione del Governo Milazzo, ‘ammannirono’ una bella ‘polpetta avvelenata’ non tanto a Milazzo, che da presidente della Regione traballante era in tutt’altre faccende affaccendato, quanto al suo gabinetto, che nominò alla presidenza della Provincia di Messina un semianalfabeta (allora – correva l’anno 1960 – non si celebravano le elezioni provinciali e i presidenti delle Province erano delegati della presidenza della Regione siciliana).

La nostra modesta sensazione è che anche oggi sia avvenuto qualcosa di simile. Come ama dire il Senatore a vita, Giulio Andreotti, “a pensar male si fa peccato, però qualche volta s’indovina”.

Certi errori, insomma, sono troppo strani. Non vogliamo mettere zizzania, ma lo scivolone ci sembra eccessivo…


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