L’eleganza dello scialle siciliano e la classe della modella Helen Nonini, immagine per numerosi marchi di moda, incontrano l’obiettivo del fotografo di fama internazionale Salvo Alibrio per sostenere il progetto di Chiara Is: diffondere la cultura dello scialle nel mondo. Negli scatti di Alibrio, realizzati davanti la chiesa della Consolazione e la chiesa di San Matteo a Scicli, c’è l’essenza della Sicilia, un fascino antico da tramandare, come lo scialle di Stella, nato da un’idea di Chiara Gregis, bergamasca di origine ma da tempo trapiantata nella cittadina barocca siciliana, che nel giro di appena due anni ha conquistato le più famose boutique italiane. Un amore, quello per lo scialle, nato dall’incontro tra Chiara e la zia Stella, come era conosciuta da tutti a Scicli Stella Savà, scomparsa nel 2020.
Artigianato, cultura, tradizioni che rischiano di scomparire con il tempo, ma non per Chiara, che raccogliendo l’eredità della zia, è riuscita a coinvolgere una ventina di donne nel suo progetto. Sono loro, con passione, amore e dedizione, a produrre gli scialli, tutti realizzati a mano e con filati pregiati rigorosamente made in Italy. «Mi ero fatta una promessa quando ho deciso di trasferirmi in Sicilia – racconta Chiara Gregis a MeridioNews– fare qualcosa che mi piacesse davvero. Gli Scialli di Stella non sono stati altro che l’estensione del mio desiderio. Con questa terra ho intrapreso un rapporto speciale, è il posto dove sono rinata e dove è nata Chiara Is». «Ogni capo – prosegue – è lavorato a mano a Scicli dalle Donne di Luce artigiane e custodi dell’antica tradizione dello scialle siciliano, simbolo di femminilità, protezione e conforto. Ogni scialle è un pezzo unico, e come un’opera d’arte porta la firma della Donna di Luce che lo ha creato».
Attualmente lo Scialle di Stella è l’unico ad essere ancora lavorato interamente a mano e con tessuti pregiati. Una passione per le stoffe e per la moda, quella della stilista bergamasca che parte da lontano, da bambina. «La mia casa – racconta – era sempre invasa di stoffe e tessuti che mia zia trasformava in vestiti che io e mia sorella ci divertivamo a indossare. Le stesse emozioni e sensazioni che ho provato dopo l’incontro con Stella. Dal primo scialle che mi ha donato, è iniziata la mia avventura. Oggi posso affermare con certezza che lo scialle siciliano non è solo un capo di abbigliamento, è dialogo, è emozione, è un abbraccio caldo, quello che di più è mancato in questi anni particolari».
Chiara adesso guarda al futuro. Allo scialle adesso si affiancherà infatti lo sciallino, altro simbolo di una Sicilia che sa di antico. Il sogno nel cassetto resta però quello di portare nelle scuole i mestieri di un tempo, come l’uncinetto, il ricamo, la lavorazione della lana. «Mestieri antichi che vanno tramandati – sottolinea Chiara – che potrebbero diventare risorse per una terra come la Sicilia. Il mio progetto è stato parecchio apprezzato al Nord. C’è voglia di riscoprire le cose semplici della vita, di tornare un po’ indietro. La Sicilia ha l’istinto della bellezza, che va esportata utilizzando tutte le risorse che questa terra riesce ad offrire».
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