Se si chiedesse a un qualunque siciliano di pensare a uno straordinario commissario suo corregionale, di sicuro il primo a saltargli alla mente sarebbe quel «Montalbano sono» del personaggio magistralmente dipinto da Andrea Camilleri nei suoi libri. E dire che oggi la Sicilia è sempre più la regione dei commissari straordinari e la polizia non […]
L’isola dei commissari straordinari: sono più di quattrocento, ma per la politica non bastano mai
Se si chiedesse a un qualunque siciliano di pensare a uno straordinario commissario suo corregionale, di sicuro il primo a saltargli alla mente sarebbe quel «Montalbano sono» del personaggio magistralmente dipinto da Andrea Camilleri nei suoi libri. E dire che oggi la Sicilia è sempre più la regione dei commissari straordinari e la polizia non c’entra niente, non parliamo di antimafia o lotta al crimine. In Sicilia appena c’è qualcosa che non va, su qualsiasi livello, ci si mette un commissario. Una figura nominata di solito dalla politica, che ha poteri speciali ed è autorizzato a intraprendere scorciatoie burocratiche per risolvere delle emergenze. O più realisticamente uno che ci deve mettere una pezza.
Ultimamente si è discusso delle nomine dei commissari delle Aziende sanitarie provinciali, ma si è parlato anche dei sei delle province, che hanno rischiato grosso per la riforma che riguardava il loro ente, fortunatamente per loro naufragata. E ci sono pur sempre gli undici dei consorzi di bonifica, i nove di altrettanti comuni, di cui tre sciolti per mafia, quello della Zona economica speciale orientale e quello della Zona economica speciale occidentale, i commissari dei consorzi universitari, il commissario del teatro Vittorio Emanuele di Messina e i commissari designati cantiere per cantiere, come quello per i lavori di ponte Corleone a Palermo e ci sono i commissari straordinari per i parchi, da quello delle Madonie a quello dei Nebrodi, passando per il commissario straordinario della Valle dei Templi.
E questi sono solo alcuni dei membri dell’esercito di commissari straordinari in Sicilia. E poi c’è lui, Renato Schifani, il supercommissario. Lui di deleghe ne ha un’infinità, tutte più o meno rivolte a emergenze di cantiere. Lui stesso è il commissario per il completamento dei lavori dell’autostrada A19, per cui è stata necessaria persino la nomina di due subcommissari, e per la realizzazione dei termovalorizzatori. Fare una stima definitiva sul numero di commissari straordinari nominati in Sicilia dalla politica, da quelli nominati da Roma a quelli messi lì da Regione, ex province e Comuni è impossibile, ma basti guardare il caso limite del catasto dei terreni incendiati che ogni Comune deve presentare annualmente per contribuire al contrasto degli incendi. Lo scorso anno ben 147 Comuni non l’hanno presentato. Allora cosa si fa? Ci si mette un bel commissario dedicato solo al piano.
E lo stesso dovrebbe accadere per quanti non hanno redatto o revisionato il piano della pianta organica delle farmacie – stavolta questo con cadenza biennale – Per questo i commissariamenti dovrebbero essere oltre duecento. Certo, non ci sarà esattamente un commissario per Comune, così come nel caso dei censimenti delle porzioni di territorio coinvolte negli incendi, i commissari saranno fisicamente molti di meno, visto che ognuno di loro, generalmente dirigenti regionali o personale degli uffici della Regione, riceverà in carico dai quattro ai sette Comuni, ma questo poco influisce sul conteggio finale. Insomma, qualcosa di straordinario che per i siciliani è diventato ormai prassi. Anche perché sembra esersi dimni dimenticato che dove c’è un commissario c’è anche una politica che ha fallito.