La commissaria straordinaria ha annunciato l'intenzione di applicare un regolamento approvato due anni fa, durante la prima esperienza a guida dell'ente, ma finora mai utilizzato realmente. «Questo strumento costituisce un incentivo per spronare la coscienza civica di ognuno, a difendere i propri diritti», dichiara
Licata, esenzione tasse per chi denuncerà il pizzo Brandara: «Comuni devono stare vicino ai cittadini»
I Comuni devono spingere le persone a denunciare le estorsioni. A lanciare l’appello è Mariagrazia Brandara, commissaria a Licata dopo che il consiglio ha votato in estate la sfiducia all’allora sindaco Angelo Cambiano. Il messaggio arriva pochi giorni dopo l’operazione che la Procura di Palermo e i carabinieri hanno portato a termine nel capoluogo panormita, un’indagine che ha fatto emergere una volta di più l’asfissiante presenza del racket in larga parte dei territori. La richiesta del pizzo ha il duplice obiettivo di affermare la forza intimidatrice dei clan e al contempo rimpinguarne le casse. «Con questa fotografia della realtà dobbiamo fare i conti ed è qui che dobbiamo entrare in gioco noi Comuni incentivando la denuncia offrendo alle vittime un ulteriore incentivo», dichiara Brandara.
Tra gli strumenti che gli enti locali hanno a disposizione ci sono le agevolazioni sui tributi comunali. A tal proposito la commissaria ha rispolverato un regolamento approvato nella prima metà del 2015, quando svolse per la prima volta il ruolo di guida straordinaria del Comune agrigentino ma che fino a oggi non ha trovato applicazione. «Questo strumento costituisce un incentivo per spronare la coscienza civica di ognuno, a difendere i propri diritti, nel segno della legalità, del rispetto delle leggi, e mediante il ricorso agli organi inquirenti – continua Brandara -. So che non per tutti è facile agire in questo modo; spesso si sta a subire silenziosamente le minacce e gli attacchi ricevuti dalla criminalità organizzata, dagli estorsori e dagli usurari, ma il silenzio non porta alla fine del fenomeno, piuttosto al fallimento del proprio patrimonio, e, cosa ancora più grave, alla perdita della propria dignità. Lo Stato – conclude la commissaria – c’è e ci sarà sempre per la difesa dei diritti di ogni singolo cittadino e di ogni singolo operatore economico».