I militari si sono finti clienti e hanno potuto constatare l'organizzazione capillare della piazza di spaccio al civico 10 di viale Grimaldi. Lì dove lo scorso luglio un blitz antidroga ha sgominato un gruppo criminale legato al clan Cappello. Guarda le foto
Librino, pusher e vedette in contatto con ricetrasmittenti Nella fossa dei leoni altri tre arresti per cocaina e crack
Pusher in strada e vedette sui balconi. Collegati tra loro con una ricetrasmittente. Insieme allo spacciatore altre due persone con ruoli ben stabiliti: una regola l’afflusso delle auto, l’altra cura le richieste dell’acquirente accompagnandolo fino a dove avverrà lo scambio tra droga e denaro. I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Catania della squadra dei Lupi si sono mimetizzati tra i clienti. Così hanno constatato l’organizzazione della piazza di spaccio al civico 10 di viale Grimaldi. Quella «fossa dei leoni» dove, lo scorso luglio, un blitz antidroga aveva sgominato un gruppo criminale legato al clan Cappello: sedici persone arrestate, nove con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Adesso, i militari hanno arrestato in flagranza tre catanesi: Daniele Rossello (26 anni), già sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, Antonino Russo (26 anni) e Concetto Ventimiglia (31 anni), già sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e all’obbligo di dimora nel Comune di residenza. Tutti e tre sono ritenuti responsabili del concorso in spaccio e
detenzione illecita di sostanze stupefacenti. Lo spacciatore è stato fermato nell’androne del
caseggiato con una tracolla con dentro 13 dosi di
cocaina, sei di crack, 39 di marijuana, 55 euro in contanti, e una ricetrasmittente sui contatori delle luce. Gli arrestati, in attesa della direttissima, sono stati portati al carcere di Catania di piazza Lanza come disposto dal giudice in sede di udienza di convalida.
Palazzoni di case popolari nel rione periferico della città, costruite sotto il livello della strada principale (da qui il nome di fossa) in un’area residenziale che forma un quadrato in cui è possibile entrare e uscire da una sola rampa. I leoni qui sarebbero stati Rosario Ragonese, detto ‘u liuni biondo e fratello del killer Gino Ragonese, insieme al cognato Maurizio Gaetano Girone. Entrambi arrestati a luglio e, secondo quanto emerso dai racconti di alcuni collaboratori di giustizia, entrambi affiliati al clan mafioso Cappello «in particolare, al gruppo del boss Orazio Privitera e Massimiliano Salvo».