Nella scuola Campanella Sturzo di Librino da sette anni esiste l'unico impianto funzionante dal quartiere. A gestirla l'associazione sportiva HdueO, che con un canone di 20 euro al mese consentiva l'accesso a «uno sport considerato elitario a chi risiede nel quartiere. Ma la nuova preside ha affidato la gestione ad altri», scrivono duecento genitori in una lettera
Librino, 200 firme per riaprire la piscina I genitori: «Messi alla porta i vecchi gestori»
Riceviamo e pubblichiamo una lettera firmata da duecento genitori di ragazzi che hanno frequentato, negli ultimi sette anni, la piscina dell‘istituto comprensivo Campanella Sturzo di Librino.
Siamo un gruppo di genitori che abitano a Librino e credono nella rinascita di questo quartiere troppo spesso alla ribalta della cronaca solo per avvenimenti delittuosi. Coscienti che la rinascita parte dal basso abbiamo cercato negli anni di vivere il quartiere al meglio: i nostri figli frequentano le scuole della circoscrizione e da qualche anno facevano sport anche nel quartiere, diverse sono le palestre presenti ma i nostri figli praticavano uno sport spesso considerato elitario, specie per i costi: questo sport è il nuoto. Avete capito bene i nostri figli nuotavano a Librino nella piscina dellIstituto comprensivo Campanella Sturzo.
Questanno purtroppo andato in pensione il preside Lino Secchi le cose sono cambiate, lassociazione HdueO sport & animazione che gestiva i corsi di nuoto è stata messa alla porta e il Consiglio di Istituto, guidato dalla nuova preside (Graziella Orto, ndr), ha scelto unaaltra associazione, senza che sia stato possibile comprenderne i criteri e le motivazioni. Ed ancora oggi è tutto fermo e abbandonato.
La struttura sportiva gestita dallHdueO si distingueva per efficienza, professionalità e pulizia, i nostri figli venivano accolti amorevolmente e a anche per noi genitori la struttura era un punto di riferimento indispensabile.
Diversi tentativi di mediazione sono stati fatti allinterno della scuola tra i genitori e la dirigenza scolastica anche sottoponendo al presidente del consiglio distituto una raccolta firme (circa 150), ma a nulla è valso.
Noi ci chiediamo perché ancora una volta quando ci sono cose che funzionano, specie in periferia, ne veniamo privati e a vantaggio di chi? Perché sostituire unassociazione qualificata – i nostri figli erano tesserati alla Federazione italiana nuoto – e conosciuta anche a livello regionale? Chi ci garantisce che riaprendo la struttura abbia del personale altrettanto qualificato? Chiediamo quindi agli enti preposti: assessore Pubblica Istruzione e Sport, Sindaco, presidente Coni e presidente Fin di farsi carico delle nostro richieste e di verificare e vigilare su quanto avvenuto.