A circa 50 miglia da Tripoli degli uomini armati di kalashnikov hanno costretto l'equipaggio della motovedetta italiana a cedere una nave sulla quale stavano completando le operazioni di salvataggio di uno dei tanti gruppi di persone in fuga. Nel Paese intanto sale la tensione: l'Italia chiude l'ambasciata, e il ministro alle Infrastrutture Lupi auspica un intervento militare
Libia, uomini armati minacciano Guardia costiera Migliaia di migranti in fuga dall’avanzata jihadista
I barconi carichi di migranti continuano a lasciare la Libia. Secondo quanto riferito dall’agenzia Ansa, sono stati sei la scorsa notte, con a bordo 600 persone, e quasi mille erano stipate in un’altra decina di imbarcazioni soccorse tra la mattina e il primo pomeriggio del 15 febbraio. A causare la fuga è l’avanzata jihadista legata all’Isis, il cosiddetto stato islamico che controlla già parte della Siria e dell’iraq, che sta coinvolgendo anche gli italiani residenti: l’unica ambasciata presente a Tripoli è quella italiana, rimasta lo scorso agosto quando tutti i Paesi hanno lasciato la capitale.
A scatenare la reazione anche un grave episodio accaduto oggi pomeriggio, quando degli uomini armati di kalashnikov, a bordo di una piccola imbarcazione a 50 miglia da Tripoli, hanno minacciato una motovedetta della Guardia Costiera italiana, i cui equipaggio opera senza armi, mentre stava soccorrendo un natante con migranti a bordo, obbligandoli a lasciare loro l’imbarcazione una volta finito il trasferimento. «Un fatto allarmante, che segna un ulteriore salto di qualità degli scafisti. Occorre un intervento internazionale», ha commentato il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, dicastero da cui dipende la Guardia costiera.
In nottata sono stati soccorsi seicento migranti partiti a bordo di sei gommoni dalle coste libiche: 390 di loro sono stati trasferiti a bordo della nave Peluso della Guardia costiera, altri 184 sono stati soccorsi da una nave islandese del dispositivo di Triton. Stamani un altro gommone é stato intercettato a qualche decina di miglia dalle coste del paese nordafricano e i migranti sono stati presi a bordo da un rimorchiatore dirottato in zona. Un’altra decina di imbarcazioni, individuate stamani dai mezzi che perlustrano il Canale di Sicilia, sono state raggiunte dai soccorsi nel primo pomeriggio a circa 120 miglia a sud di Lampedusa. 290 migranti, fra cui alcune donne incinte, sono attesi in serata a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento. Altri 285 migranti soccorsi nel Canale di Sicilia sono su un mezzo navale dalla Capitaneria di porto islandese che sta invece facendo rotta verso Augusta, nel Siracusano.
Tra i migranti sbarcati oggi a Pozzallo anche un giovane centroafricano ferito da un’arma da fuoco: alla polizia ha raccontato che a sparargli sono stati i trafficanti, sulle coste della Libia, per costringerlo a salire sui gommoni. E i numeri di gennaio dimostrano che l’emergenza é peggiore di quella del 2014: 3mila e 538 persone arrivate nei primi 30 giorni del 2015 contro 2mila e 171 sbarcate l’anno scorso.