Libia, siciliano uno dei lavoratori uccisi Salvatore Failla era stato rapito a luglio

Sarebbe Salvatore Failla, uno dei italiani uccisi oggi in Libia. L’ipotesi è stata confermata dal ministero degli Esteri, secondo cui il dipendente siciliano della società di costruzioni Bonatti, originario di Carlentini, in provincia di Siracusa, sarebbe morto insieme al collega sardo Fausto Piano: «Relativamente alla diffusione di alcune immagini di vittime di sparatoria nella regione di Sabrata in Libia, apparentemente riconducibili a occidentali – si legge in un comunicato – la Farnesina informa che, da tali immagini e tuttora in assenza della disponibilità dei corpi, potrebbe trattarsi di due dei quattro italiani, dipendenti della società di costruzioni Bonatti, e precisamente di Fausto Piano e Salvatore Failla».

Anche se la conferma ufficiale deve ancora arrivare, il ministero ha già informato i familiari dei due lavoratori. Prime reazioni anche dalla cittadina siracusana, dove Failla viveva insieme alla moglie e alle figlie di 15 e 23 anni: «Siamo molto angosciati e preoccupati e abbiamo attivato i nostri canali con la Farnesina per avere informazioni più precise – dichiara il sindaco Pippo Basso -. Failla è molto conosciuto come un grande lavoratore, amante della famiglia. Siamo pronti a fornire ogni forma di solidarietà e di assistenza ai familiari del nostro concittadino». A parlare è anche l’avvocato della famiglia Failla, Francesco Caroleo Grimaldi: «Ho sentito in mattinata la moglie – si legge in un lancio dell’Agi -. È ovviamente disperata e chiede che il suo dolore sia rispettato. Non c’è ancora assoluta certezza che sia proprio suo marito uno dei due italiani rimasti uccisi in Libia. Per questo sta vivendo queste ore con infinita angoscia». Il legale ha poi aggiunto che «se ci sono responsabilità a qualsiasi livello mi auguro che vengano al più presto individuate». 

Su disposizione del sindaco la casa alla periferia di Carlentini, dove abita la famiglia Failla, è presidiata dalla polizia municipale che non fa avvicinare curiosi e giornalisti. A parlare è il parroco, don Luca Gallina: «La comunità parrocchiale di Santa Tecla – ha affermato – si stringe attorno alla famiglia in questo giorno triste. In realtà è da otto mesi che questa comunità vive nella preghiera, da quando abbiamo saputo del suo rapimento. Così come la moglie ha voluto sin da subito, è il silenzio il modo che abbiamo scelto per stare vicino alla famiglia senza nessun clamore e senza manifestazioni esterne di alcun tipo».

Failla e Piano erano stati rapiti nel paese nordafricano, da tempo al centro di una grave situazione di instabilità politica, a luglio dello scorso anno. Insieme a loro erano stati sequestrati altri due dipendenti, Filippo Calcagno – originario di Piazza Armerina, in provincia di Enna – e Gino Pollicardo. I due, secondo informazioni di intelligence, sarebbero vivi. Lo ha detto il sottosegretario con delega all’Intelligence Marco Minniti, ascoltato dal Copasir. A dare notizie sulla vicenda nelle ultime ore è soprattutto il Sabratha Media Center, organizzazione non governativa che riunisce diversi media della zona. Il presidente Esam Krair, citato dall’Associated Press, sostiene che i corpi dei due italiani sarebbero stati trovati con delle armi in pugno. Krair ha raccontato che le milizie locali che combattono l’Isis hanno attaccato due mezzi dello Stato Islamico a circa 35 chilometri a sud di Sabrata, uccidendo i nove che viaggiavano a bordo dei veicoli. I corpi dei due italiani, secondo la sua versione, sarebbero stati trovati successivamente con delle armi in mano.  

Proprio nei dintorni Sabrata, stamani, sono stati uccisi sette jihadisti in un blitz contro presunti esponenti dell’Isis. A riferirlo sono stati media libici. Nello scontro a fuoco, tre jihadisti sarebbero riusciti a fuggire, mentre altri due sono stati catturati vivi.  Dell’accaduto si parlerà nella riunione, prevista per il primo pomeriggio, del Comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica: «Alla luce di quanto avvenuto in Libia a due ostaggi italiani il Copasir ha convocato con urgenza l’Autorità delegata, senatore Marco Minniti», recita una nota.


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