Amministratori pronti a non recarsi alle urne il prossimo 30 giugno per l'elezione di secondo livello nella quale verranno scelti i rappresentanti politici provinciali. Secondo AnciSicilia, servono trecento milioni di euro per risanare le casse delle ex Province
Liberi Consorzi, sindaci dell’Anci sul piede di guerra «Si trovino i fondi o diserteremo elezioni provinciali»
Che la situazione non fosse delle più rosee non era un mistero per nessuno. A poco sono serviti i poco più di cento milioni di euro trasferiti dalla Regione agli enti intermedi: la fotografia che emerge guardando alle ex Province siciliane racconta un disastro visibile a tutti. Strade a pezzi, scuole in cui non viene garantita la manutenzione, assistenza ai disabili a intermittenza. Adesso i sindaci dell’Anci sicilia, riuniti questa mattina a Palermo, alzano le barricate. E minacciano di non prendere parte alle elezioni di secondo livello per l’elezione dei rappresentanti politici provinciali, a meno che non si trovi una soluzione per garantire stabilità agli enti.
«Abbiamo chiesto e ottenuto – annuncia il presidente dell’associazione dei Comuni siciliani, Leoluca Orlando – il coinvolgimento dell’Anci nazionale sulla questione delle ex Province, facendola diventare di rilievo nazionale. Per la parte giuridica, chiediamo al governo nazionale che venga eliminata la triennalità del bilancio in caso di mancata approvazione per il 2018 e, qualora fosse necessario, anche per il 2017, la possibilità di poter utilizzare gli avanzi di amministrazione e l’opportunità di fare impegni di spesa per investimenti anche senza bilancio approvato purché si tratti di investimenti finalizzati».
Ma oltre a una serie di questioni tecniche legate all’utilizzo degli avanzi di cassa e all’approvazione dei bilanci, c’è anche il tema della spesa corrente e delle casse degli intermedi ormai vuote. Il sottosegretario all’Economia Alessio Villarosa ha annunciato la disponibilità del governo nazionale a destinare cento milioni dal Fondo di sviluppo e coesione alle ex Province siciliane. Risorse che, comunque, come ammesso anche dal sottosegretario pentastellato, costituirebbero l’ennesima toppa, ma non un intervento risolutivo. L’altra via potrebbe essere quella tracciata da un disegno di legge presentato dal deputato messinese di Forza Italia, Nino Germanà, che interviene direttamente sul prelievo forzoso nelle casse provinciali. Ma allo stato attuale la proposta normativa giace ancora in commissione Bilancio a Montecitorio, in attesa di essere discussa. Così ecco che gli amministratori locali sono pronti ad alzare le barricate.
Secondo le stime dell’Anci Sicilia, «per una risoluzione della condizione di emergenza finanziaria sono necessari almeno trecento milioni di euro e chiediamo che la parte normativa, vista la grave situazione istituzionale ed economica in cui versano gli enti intermedi, venga approvata con procedura d’urgenza entro il prossimo 30 aprile. In caso contrario – conclude Orlando – l’AnciSicilia inviterà gli amministratori siciliani a non partecipare alla prossima competizione elettorale disertando le imminenti elezioni di secondo livello fissate per il prossimo 30 giugno».