La lunga estate della politica siciliana sembra avviarsi verso la conclusione. Martedì si insedia il nuovo consiglio comunale a Palermo e mercoledì, con la tradizionale cerimonia del Ventaglio all’Ars, si concludono i lavori dell’Assemblea, che si avvia verso una pausa estiva dalla quale verosimilmente non si farà ritorno, se non per poche formalità, prima del voto. Ma le ferie quest’anno sono un miraggio per tutti, perché è in queste settimane che la campagna elettorale entrerà nel vivo. Non con comizi e pellegrinaggi di territorio in territorio, ma con la ricerca dei quadri politici che porteranno, alla fine, alla configurazione delle liste e dei candidati.
Il fronte progressista è in piena terapia di coppia, c’è da rendere possibile l’amore impossibile tra Partito democratico e Movimento 5 stelle, ma l’ombra di una rottura è sempre più cupa sul gruppo che ha messo in piedi le presidenziali, da cui è uscito vincitore il nome di Caterina Chinnici come candidata unica quello che è ormai l’ex campo largo. Le distanze che dividono sono tutte a Roma, ma in Sicilia si gioca sulla strategia, da una parte per non scontentare i rispettivi vertici, cercando nell’altro un capro espiatorio su cui fare ricadere le responsabilità di un eventuale insuccesso, dall’altra con il tentativo di non buttare al vento oltre un anno di una comunione d’intenti nata tra i banchi dell’Ars, prima ancora che a Montecitorio o a palazzo Madama.
Ed è così che per il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, le anime della coalizione restano formalmente tre, tanto che nel presentare la lista Chinnici, quella che sosterrà la candidata presidente al di là delle sigle di partito, afferma dunque che «saranno quattro le liste a sostegno di Caterina Chinnici» e che non solo si va avanti, ma «dalla settimana prossima ci incontreremo con i responsabili dei partiti della coalizione, M5s e Centopassi, per definire l’agenda politica ed elettorale». Su tutt’altra onda sono però i cinquestelle, con il referente regionale Nuccio Di Paola che da par suo annuncia «una serie di riunioni del M5s Sicilia che si terranno nelle nove province dell’isola (in presenza o on line). Serviranno ad analizzare il voto delle presidenziali 2022 e a cominciare a gettare le basi organizzative per le campagne elettorali delle prossime consultazioni politiche e regionali. Le riunioni provinciali sono propedeutiche a una riunione regionale che si terrà nel prossimo fine settimana».
Calma solo apparente, invece, sull’altro versante, quello del centrodestra. Sempre gli stessi i temi: l’irruenza di Fratelli d’Italia, che continua a chiedere poltrone e candidature, il correntismo che dilania Forza Italia, con il coordinatore regionale Gianfranco Miccichè ormai rimasto tra le poche voci a continuare imperterrito a opporsi alla ricandidatura di Nello Musumeci, tanto da arrivare a proporre la suggestione Stefania Prestigiacomo come alfiere di coalizione per tentare di far convergere sulla stessa posizione quanto meno il suo partito. E infine la Lega, fortemente in cerca di una nuova identità dopo la diaspora seguita all’allontanamento di una figura di riferimento come Igor Gelarda, che ha portato all’addio dei referenti cittadini di Monreale, Misilmeri e Lascari, con la promessa che non sarebbero stati i soli. Promessa mantenuta ieri, con la chiamata fuori di Nino Corso, commissario cittadino di Termini Imerese. «La nuova strategia di partito non è condivisibile e, pertanto, con rammarico lascio uno spazio a me caro, ma che non sento più mio», dice Corso, che alle Amministrative del 2020 era riuscito per la prima volta a portare il Carroccio all’interno del consiglio comunale termitano. Ancora una volta critiche mirate alla gestione di Nino Minardo, coordinatore regionale che al momento, oltre a pensare agli accordi elettorali, dovrà stare attento agli attacchi che minano la stabilità del suo posto.
Poi ci sono gli outsider: Cateno De Luca continua la propria corsa continuando a disdegnare ogni possibilità di accordo con l’una o l’altra fazione. L’ex sindaco di Messina da settimane è in piena campagna elettorale, attaccando a destra e a manca e arrivando persino allo scontro verbale con Totò Cuffaro, che da par suo ha messo in discussione la bontà della strategia con cui De Luca vorrebbe trasformare le Regionali in Amministrative. Intanto, mentre si attende di capire dove andranno compagini importanti come Italia Viva, Azione e +Europa, va avanti, anche se senza clamori, la campagna elettorale di Eliana Esposito, attrice catanese con al suo attivo una lunga carriera teatrale e la partecipazione a una puntata del Commissario Montalbano, candidata di Siciliani Liberi, movimento sicilianista reduce dalle elezioni amministrative palermitane, dove presentava la candidatura di Ciro Lomonte.
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