Deputati e assessori regionali non si pronunciano sullo scontro interno ai democratici, con la minoranza che ha preso posizione per il no al referendum costituzionale. La linea comune è quella di non alimentare le polemiche. Mentre l'ex segretario ribadisce di voler rimanere dentro al partito
Leopolda, nel Pd si pensa solo al referendum Nessun commento su disputa Renzi-Bersani
Che in casa Pd non tiri una buona aria è ormai innegabile. La Leopolda avrebbe dovuto rappresentare il momento di unione all’interno di un partito in cui invece volano ormai gli stracci. Non è un caso che Renzi abbia lasciato la fine del suo intervento dal palco per le critiche alla minoranza dei democratici schierata per il no al referendum. Certo, il coro di “Fuori, fuori” che ha accompagnato la reprimenda del segretario non ha certo contribuito a calmare gli animi e proprio questa mattina ecco il predecessore di Renzi, Pierluigi Bersani, intervenire dalla piazza di Palermo contro la riforma costituzionale, precisando di non voler andare da nessuna parte, perché «il Pd è la mia casa».
Un botta e risposta che ha aperto una voragine all’interno del partito e che ha comportato un silenzio imbarazzato anche da parte di chi dalla Sicilia è salito sul primo volo per raggiungere gli stati generali di Firenze. Tra i renziani di ferro della deputazione regionale, l’unica assente, giustificata per motivi personali, è stata la capogruppo Pd Alice Anselmo. Per il resto, ecco seduti in platea il presidente della commissione Attività produttive all’Ars Giuseppe Laccoto e i deputati regionali Luca Sammartino e Valeria Sudano.
In quota giunta regionale, a prendere parte alla Leopolda sono stati l’assessora regionale all’Energia, Vania Contrafatto, e l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei. Assente, invece, il titolare dell’assessorato alla Sanità, Baldo Gucciardi. A intervenire alla kermesse fiorentina è stato anche il responsabile del poliambulatorio di Lampedusa, Pietro Bartolo, il presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, il docente universitario, già assessore al centro storico al comune di Palermo, Maurizio Carta, e il dottore Vincenzo Grassellino.
Bocche cucite sul siparietto che ha visto protagonisti Bersani e il suo successore. Insomma, sembra proprio che in casa Pd si sia deciso di concentrarsi sulla campagna per il sì e non alimentare in alcun modo le polemiche. Ed ecco allora, a fronte del no comment sullo scontro Bersani-Renzi, i deputati Sammartino e Sudano pronti invece a pubblicizzare le iniziative referendarie per il voto favorevole, in vista del 4 dicembre. «È necessario – hanno spiegato i due parlamentari – intensificare il contatto con la gente illustrando le ragioni del sì alle riforme volute dal premier Matteo Renzi per rafforzare il rinnovamento della politica italiana e snellire il funzionamento delle istituzioni. In tutti i Comuni etnei e nel capoluogo abbiamo costituito comitati di amministratori e professionisti della società civile, per un’azione forte che va promossa mediante incontri con la base dei cittadini per diffondere i contenuti del quesito referendario, coerentemente alla linea del Pd nazionale e all’entusiasmo che abbiamo registrato nei giorni scorsi alla Leopolda». Come dire, di Leopolda si parla ma solo per portare avanti le ragioni del sì. Evidentemente, la resa dei conti è rimandata al 5 dicembre.