Secondo un disegno di legge in esame in commissione all'Assemblea regionale siciliana, per effettuare modifiche anche radicali agli edifici nei centri storici basterà «una denuncia di inizio attività». E Cittàinsieme e un'altra ventina di associazioni catanesi, ha lanciato un appello contro il provvedimento. «Modificherò la legge, ma non eliminerò del tutto le semplificazioni delle procedure previste», annuncia a Meridionews l'assessore al Territorio Maurizio Croce
Legge sui centri storici, la Regione ascolta le associazioni Croce: «Presenterò a breve un maxi-emendamento»
Maurizio Croce, assessore regionale a Territorio e Ambiente, presenterà «entro Natale un maxi-emendamento al disegno di legge di modifica dei centri storici, per accogliere le richieste di modifica che sono pervenute». La nuova norma, la numero 602-641-711-732, dovrebbe favorire il «recupero del patrimonio edilizio di base dei centri storici», ed è in esame alla quarta commissione dell’Assemblea regionale siciliana. Ma secondo Cittàinsieme, Salviamo il Paesaggio, Libera e Lipu Catania, insieme a un gruppo di oltre venti associazioni etnee, il provvedimento altro non è che una «legge di rottamazione dei centri storici». Seguendo le nuove regole sarebbe infatti possibile avviare interventi di ristrutturazione e persino di ricostruzione totale degli interni degli edifici siti anche in zone con vincoli delle Soprintendenze in deroga alle varianti dei piani regolatori elaborati dai Comuni. E per avviare i lavori «basterebbe una dichiarazione di inizio attività, corredata da una documentazione grafica e fotografica», denunciano le associazioni in un appello diffuso lo scorso 21 novembre.
«Modificheremo certamente la parte relativa alla dichiarazione di inizio attività. Ma non stravolgerò l’atto nella parte relativa alla semplificazione delle procedure, che ritengo fondamentale, in questo come anche nel settore ambientale», spiega Croce a Meridionews. Per conoscere i dettagli dell’intervento governativo sulla norma, l’assessore chiede di aspettare «almeno fino a metà mese, il maxi-emendamento è complesso e ancora ci sono molte cose da studiare nel dettaglio», spiega l’assessore. Il provvedimento correttivo, andrà quindi incontro alle richieste delle associazioni «ma anche di ordini professionali e dei Comuni, come quello di Catania che ha sollevato la questione con l’assessore Salvo di Salvo che ho incontrato nelle scorse settimane – prosegue Croce -. Il tutto si è reso necessario perché, arrivato a questo punto della discussione in commissione, non è più possibile presentare emendamenti», specifica l’assessore.
Croce, in realtà avrebbe «preferito che la legge venisse discussa insieme al recepimento della legge 380 del 2001, il Testo unico dell’edilizia, che è stato votato ieri dalla quarta commissione Ars. Ma quando sono arrivato (l’assessore si è insediato lo scorso 28 ottobre, ndr), mi è stato spiegato che l’iter per i lavori d’aula era già troppo avanti. E ci sono una serie di approfondimenti da effettuare, che riguardano anche la stessa definizione di centro storico, a cui comunque i piani regolatori particolareggiati dei Comuni hanno dato una definizione vaga», conclude l’assessore al Territorio e Ambiente Maurizio Croce.