Il sindacato denuncia alcune delle situazioni più critiche per gli operatori delle piattaforme del cibo a domicilio. Andrea Gattuso: «Glovo assicura i kit per la sicurezza solo ai ciclisti. E non paga neanche i minuti di sosta fuori dai ristoranti. Ai lavoratori può capitare di fare viaggi a vuoto»
Le difficili condizioni lavorative dei rider a Palermo Nidil Cgil: «Non è più solo un impiego per ragazzi»
A distanza di tre mesi dall’approvazione della legge 128, continuano a restare difficili le condizioni di lavoro per i rider a Palermo. Lo denuncia Nidil Cgil Palermo, punto di riferimento per gli operatori delle piattaforme del cibo a domicilio, elencando alcune delle situazioni più critiche.
«Una delle principali aziende del settore, Glovo, assicura i kit di sicurezza solo ai rider che utilizzano la bicicletta, che rappresentano appena il 10 per cento dei circa 150 addetti – dice Andrea Gattuso, segretario generale Nidil Cgil Palermo – I ciclofattorini hanno ricevuto una mail in cui l’azienda comunica che riceveranno in dotazione un caschetto e una giacca antivento. Ai motociclisti, invece, che sono la stragrande maggioranza, alla stipula del contratto da lavoratori autonomi viene chiesto il possesso dei seguenti dispositivi individuali: casco integrale, guanti da moto, giacca di pelle, denim, l’impermeabile nei giorni di pioggia. Anche se la legge approvata individua i livelli minimi di tutela e sicurezza, i dispositivi di protezione individuale vengono consegnati solo ai ciclisti».
Per quanto riguarda l’obbligo assicurativo per i rider, in vigore dal 1° febbraio, «le imprese di delivery che operano su Palermo – riferisce il segretario Nidil – ci risulta stiano iniziando a comunicare i dati dei lavoratori all’Inail. Tra poco saremo in grado di monitorare quanti saranno in regola». I problemi che rendono la vita difficile ai rider non si fermano qui.
«Ci risulta che Glovo non paghi ai rider, come previsto nel regolamento, i minuti di sosta presso alcuni ristoranti, in attesa del cibo da consegnare – aggiunge Gattuso – Si tratta di cinque centesimi al minuto. A volte l’attesa si prolunga di un’ora e la perdita è di tre euro – Un’altra difficoltà segnalata dai fattorini di Glovo riguarda gli ordini di consegna con il solo indirizzo, senza il cognome del cliente. I rider sono costretti a contattare la chat di supporto e spesso le attese sono molto lunghe. Il risultato è che si scontenta il clientd e l’operatore perde tempo prezioso. Alcune piattaforme consentono di sapere se un dato esercizio commerciale è chiuso. Ai rider di Glovo capita invece di fare un viaggio a vuoto, non pagato. E in più devono inviare all’azienda la foto del locale chiuso».
Uno degli aspetti che rende complicato il lavoro dei fattorini riguarda la gestione dei “soldi alla mano”: il rider può restare in possesso di non più di 200 euro di introiti nei giorni feriali e di un tetto massimo di 500 euro nei weekend. Deve quotidianamente eseguire un bonifico, per evitare che l’algoritmo segnali il superamento della cifra massima consentita. «Ma capita spesso – prosegue il segretario Nidil – che molti rider durante l’esecuzione del bonifico vengano bloccati ingiustamente, per motivi puramente tecnici, e costretti a stare fermi anche per quattro-cinque giorni, perdendo giornate di lavoro, senza indennizzo. Così il lavoro diventa una sfida contro il tempo, per fronteggiare l’algoritmo».
Per questo Nidil Cgil Palermo chiede il superamento dei problemi legati alle modalità del lavoro a cottimo attraverso l’applicazione di una paga oraria. «Chiediamo anche l’apertura di uno sportello stabile di Glovo sul territorio, come Social Food, che ha una sede a Palermo che dà la possibilità ai rider di interfacciarsi – spiega Gattuso – La chat di supporto di Glovo non funziona come dovrebbe e non riesce a rispondere agli operatori in tempi utili, soprattutto nei weekend, in cui il numero di ordini è elevato. Nel caso in cui non si riesce a raggiungere il cliente, quest’ultimo viene richiamato da un call center, a cui spesso il cliente non risponde».
Tante ancora le difficoltà, in una realtà in cui in rider continuano a crescere. «Sono sempre di più a Palermo le persone che fanno questo lavoro come attività principale, per mettere su famiglia; non è più solo un lavoretto per ragazzi che vogliono mantenersi agli studi o arrotondare la paghetta dei genitori – puntualizza Gattuso – A Palermo un rider di Glovo guadagna 1,75 euro a consegna e 0, 45 centesimi a rimborso chilometrico (a Napoli la tariffa di Glovo è 2 euro, con 35 centesimi a chilometro). Al giorno un fattorino riesce a guadagnare sino a 60-70 euro lorde. In un mese, lavorando il massimo previsto di 10 ore al giorno e tutti i giorni della settimana, un rider può arrivare a guadagnare fino a 1.800 euro, ai quali togliere gestione separata, Irpef e benzina».
Per quanto riguarda Social Food, presso cui Nidil Cgil ha già una presenza di iscritti, il sindacato ha inviato una lettera con la richiesta all’azienda di consegnare le buste paga ai lavoratori, come previsto dalla legge. «Abbiamo anche chiesto – continua Gattuso – di consegnare i dispositivi di sicurezza ma a questa richiesta non è seguita nessuna risposta. Si sta valutando di procedere con ogni iniziativa per far rispettare i diritti dei lavoratori».