In Sicilia diminuisce il numero degli occupati e aumenta in termini percentuali il lavoro nero e irregolare. Dal 2012 al 2018 si registrano 51.509 occupati in meno e il lavoro irregolare è cresciuto dal 19,5% al 21,2% (Italia al 13,3% al 13,4%). Alla crescita del lavoro irregolare si accompagna l’aumento degli infortuni sul lavoro, con un +0,5% tra il 2018 e il 2019 (primo semestre). Tra il 2016 e il 2017 gli incidenti mortali sono passati da 77 a 84.
Sono dati diffusi dalla Cgil regionale che sull’argomento ha tenuto una conferenza stampa per illustrare le richieste del sindacato per “ripristinare la legalità nel lavoro”. “In Sicilia – ha detto il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino – oltre al problema della mancanza di lavoro si palesa un problema di qualità del lavoro. Lavoro irregolare significa infatti lavoro sottopagato, mancato rispetto delle normative su salute e sicurezza, evasione contributiva e fiscale”.
A quest’ultimo proposito si stima che il mancato gettito a causa del lavoro nero sia di 3 miliardi l’anno. La Cgil chiede che venga potenziato il sistema dei controlli, “oggi – ha detto Franco Tarantino, del dipartimento salute e sicurezza del sindacato – inadeguato e sottodimensionato”. Da qui l’appello del sindacato alle istituzioni a “ristrutturare la macchina ispettiva – ha detto Mannino – e a intervenire per favorire l’incrocio tra domanda e offerta nei luoghi pubblici, collocamento pubblico e centri per l’impiego”.
Secondo lo studio della Cgil, “occorrerebbero almeno 300 ispettori del lavoro (attualmente sono 94), incrementando i numeri anche degli ispettori Inail (dagli attuali 20 a 40) e Inps (da 103 a 200). Basti pensare – ha detto Tarantino – che in una provincia come Palermo gli ispettori del lavoro sono solo quattro. La Sicilia – ha rilevato – può contare oggi su 237 ispettori in tutto a fronte di 368.816 imprese attive. Se ne controllassero una al giorno, occorrebbero sette anni per controllarle tutte”.
“Si aggiunge- ha rilevato Franco Campagna, della Fp Cgil- l’elemento di demotivazione derivante da un sistema di incentivi molto lontano dagli standard nazionali”. Allo stato attuale peraltro la Sicilia non è inclusa nel concorso nazionale per nuovi ispettori del lavoro.
(Fonte: Ansa)
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