L'ex presidente della Camera e oggi deputata del Partito democratico non ha dubbi nel ribadire il proprio appoggio al presidente della commissione antimafia regionale. «Cuffaro e Dell'Utri non fanno onore alla Sicilia e umiliano i siciliani», afferma
Laura Boldrini e il sostegno per la candidatura di Claudio Fava «Dalla parte opposta rispetto a nomi inquietanti tornati in voga»
«In un momento in cui tornano in voga nomi inquietanti che pensavamo appartenere al passato e che non fanno onore alla Sicilia e che umiliano i siciliani, come quelli di Totò Cuffaro e Marcello Dell’Utri, bisogna andare dalla parte diametralmente opposta». L’ex presidente della Camera e oggi deputata del Partito democratico Laura Boldrini non ha dubbi nel ribadire il proprio sostegno alla candidatura di Claudio Fava a presidente della Regione.
La sua firma l’aveva già messa anche nella lettera-appello insieme ad altri esponenti politici, amministratori locali, professionisti e uomini e donne della società civile. La riconferma dell’appoggio è arrivata anche questa mattina durante una colazione ai tavoli del bar Comis in piazza Vincenzo Bellini, di fronte non solo al teatro Massimo Bellini ma anche alla sede provinciale della Nuova democrazia cristiana. Ed è proprio al suo più noto rappresentante che Boldrini, davanti a un fresco succo di frutta all’arancia, fa riferimento quando parla di «nomi inquietanti»: Cuffaro che, insieme a Dell’Utri, sostiene la candidatura di Roberto Lagalla, l’ex rettore dell’Università di Palermo ed ex assessore all’Istruzione del governo di Nello Musumeci. Un endorsement per cui, proprio in occasione della ricorrenza del trentennale delle stragi di Capaci e via D’Amelio, a sollevare la polemica sono stati soprattutto la sorella del giudice Giovanni Falcone e il fratello della magistrata Francesca Morvillo, moglie di Falcone morta insieme a lui.
«Claudio Fava riesce a declinare la cultura con le esigenze delle persone e ha la capacità politica di tradurre queste cose in modo efficace in atti parlamentari. Lo ha dimostrato sia come deputato dell’opposizione che come presidente della Commissione antimafia regionale», sottolinea Boldrini mentre Fava, taciturno, si gode la sua granita alla mandorla macchiata al caffè pensando già anche all’incontro, fissato per la tarda mattinata, con gli studenti del liceo classico Tommaso Gargallo di Siracusa. Lo stesso in cui aveva studiato anche suo padre Pippo Fava, il giornalista ucciso dalla mafia a gennaio del 1984.
«Mi è sembrato giusto sostenere la sua candidatura libera, di un uomo legatissimo a questa terra che ne conosce bene i problemi e che si batte per una prospettiva diversa rispetto a quella che offrono altri», aggiunge Boldrini che, in questi giorni, è in tour in Sicilia per presentare il suo libro Questo non è normale – Come porre fine al potere maschile sulle donne. Ed è anche a loro che la presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo pensa in ottica politica locale. «Fare le primarie in campo largo è un esperimento politico – conclude Boldrini – e la Sicilia è da sempre un laboratorio politico. Spero che ci siano anche candidate donne da potere valorizzare».