L’assessore Agnello torna contento da Roma. I siciliani lo sono un po’ meno

L’ANTICIPAZIONE DI ENTRATE DOVREBBE ESSERE L’ESCAMOTAGE PER CHIUDERE LA MANOVRA BIS SECONDO GLI ACCORDI PRESI CON IL MINISERO DELL’ECONOMIA

Torna da Roma contento il neo-assessore regionale all’Economia, Roberto Agnello. Che, in realtà, non porta nessuna grande notizia per i siciliani, non ha ottenuto niente di che. Non il riconoscimento dei tributi che spettano alla Sicilia (vedi  articolo 36 dello Statuto) e che Roma intasca impunita, ad esempio, né una marcia indietro sui tagli imposti dal Governo Renzi. Ultimo, in ordine di tempo, quello che gli serve per pagare la ‘regalia’ pre-elettorale degli 80 euro al mese agli stipendi medio-bassi che alla Sicilia costa quasi 90 milioni di euro.

Ma lui è contento. Potrà (forse) mettere a punto la manovra bis, primo compito da quando è stato nominato assessore, sbloccando un po’ di fondi.  Lo farà usando un escamotage contabile, ovvero dovrebbe applicare le disposizioni del decreto 118, che consente di iscrivere anticipazioni di entrate per competenza, mentre finora la gestione è stata fatta per cassa.

A copertura dei nuovi tagli, dunque, l’assessore inserirà nell’emendamento di riscrittura della manovra bis parte delle anticipazioni di Irpef e Irap, che la Regione avrà in cassa il prossimo anno. Si parla di circa 80 milioni, giusto per compensare il prelievo renziano.

“Eravamo sicuri della possibilità di mettere in campo questa strategia – dice l’assessore Agnello all’Ansa -. Non stiamo facendo altro che applicare una norma dello Stato, ma ci è sembrato corretto confrontarci con il ministero dell’Economia, col quale c’è sintonia”.

L’assessore non teme problemi con l’ufficio del commissario dello Stato. “E perché dovrebbero essercene – dice -, Quello del commissario è un ufficio tecnico”.

Tanta sicumera è dettata, con ogni probabilità, dal suo entusiasmo da neofita.


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