Con 36 voti favorevoli, undici contrari e sei astenuti - e dopo due anni di iter legislativo -, l'Assemblea ha dato il via al passaggio verso i liberi consorzi, gli enti di area vasta e le città metropolitane. «Pensare che ci possa essere una legge perfetta è un ambizione troppo grande - afferma il governatore - Alla fine è venuta fuori una legge buona»
L’Ars approva la riforma delle Province Crocetta: «Risultato da sindaco dei siciliani»
Presenti 53, 36 voti favorevoli, undici voti contrari e sei astenuti. Il report d’aula all’Assemblea regionale siciliana formalizza, qualche minuto dopo le 15, l’approvazione della legge di riforma delle Province siciliane su cui cala il sipario. Dopo due anni di viaggio di iter legislativo, da domani ci saranno i Liberi consorzi, gli enti di area vasta e le città metropolitane. La Sicilia colma il suo ritardo con la normativa nazionale, nonostante sia partita veloce ai blocchi di partenza nell’ormai celebre annuncio di Rosario Crocetta nel corso della trasmissione televisiva L’Arena di Massimo Giletti.
«La migliore legge possibile», come l’ha definita Rosario Crocetta, che incontrando i giornalisti ha definito la legge sui liberi consorzi «un risultato da sindaco dei siciliani». Nessuno sgarbo quindi a Enzo Bianco e Leoluca Orlando, anzi, prosegue Crocetta: «Il sindaco dell’ultimo paesino potrà influire sugli equilibri e sulle scelte. Pensare che ci possa essere una legge perfetta è un ambizione troppo grande. Alla fine è venuta fuori una legge buona. Restituisce le funzioni all’esercizio diretto dei sindaci, e anche quello di un piccolissimo Comune può pesare negli equilibri».
Il presidente della Regione prende parte alla conferenza stampa annunciata da Giovanni Pistorio, assessore regionale alla Funzione pubblica e al capogruppo del Partito democratico e presidente della commissione Affari istituzionali Antonello Cracolici. «Volevo Pistorio in giunta, che viene da una storia autonomista, anche perché condivideva più di tutti con me lo stesso progetto di legge sulle Province – esordisce Crocetta – La Provincia era diventata un sottogoverno, noi abbiamo fatto razionalizzazione e riduzione dei costi della politica, in uno schema Albertino, quasi come dei prefetti. Questa legge dà la possibilità con i referendum di potere scegliere o meno l’adesione a cui avevano deciso di aderire. È un parlamento che comincia a produrre e dà senso alla legislatura. Senza riforme che senso ha continuare la legislatura?».
Il governatore siciliano poi ha ricordato la necessità di approvare la legge sul reddito minimo e quella sull’acqua pubblica. «Un cambio di passo – incalza Crocetta – una tabella di marcia sui testi di legge che io definisco urgenti». «Tra ottobre e novembre verranno finalmente eletti i nuovi vertici dei nuovi liberi consorzi. I primi commissariamenti risalgono al 2012. L’idea del riformismo velleitario va bene per le conferenza stampa», Cracolici sintetizza così il suo pensiero, senza nascondere la soddisfazione. «Stavamo arrivando al dissesto finanziario delle vecchie Province, i Liberi consorzi e le città metropolitane non faranno attività già svolte da Regione e Comuni, questa è la vera novità delle legge. Per fare questa legge abbiamo impiegato sei mesi, adesso abbiamo visto il traguardo. Ringrazio il Movimento 5 stelle che in commissione ha lavorato dando il loro contributo. È ingeneroso pertanto che definiscano questa legge raffazzonata».
A concludere Giovanni Pistorio: «L’intuizione sturziana sui consorzi dei Comuni fu in passato alla base delle scelte sui territori. Questa non è una sovrapposizione, tende a integrare i servizi e a contenere la spesa. Sarà la struttura dei Comuni, per continuità e sintesi. Nel tempo, sperimentata la governance, avranno ulteriori compiti e funzioni. Questi enti non faranno feste, ma servizi ai cittadini». Di senso opposto la voce di Forza Italia: «Il rischio di mobilità non è scongiurato per i dipendenti – denuncia il parlamentare regionale Vincenzo Figuccia – presi in giro dai sindacati e dalla maggioranza di governo».