L’ANALISI/ PD-Crocetta: il vero scontro è sulla segreteria regionale del Partito

IL PRESIDENTE DELLA REGIONE E LUMIA VORREBBERO PIAZZARE NELLI SCILABRA AL VERTICE DEL PARTITO IN SICILIA. PER POI PRENDERSI PRENDERSI UN POSTO DI EURODEPUTATO E QUATTRO-CINQUE SEGGI ALLE ELEZIONI POLITICHE NAZIONALI. MA IL GRUPPO DIRIGENTE E, SOPRATTUTTO, LA BASE SI OPPONE

In queste ore ci si interroga su quale possa essere la strategia dei ‘Pupari’ del Governo regionale di Rosario Crocetta: il senatore Giuseppe Lumia e il numero uno di Confindustria Sicilia, Antonello Montante. Per provare a capire quello che sta succedendo nella politica siciliana bisogna partire dai punti fermi.

Il primo punto fermo – il più importante, quello che sostanzialmente regge il ‘teatrino’ di Crocetta, Lumia e Montante – è rappresentato da un’olimpica certezza: la certezza che a Sala d’Ercole non si formerà mai una maggioranza per mandare a casa l’attuale presidente della Regione.

Ogni deputato dell’Ars, ancora oggi, si porta a casa, ogni mese, circa 20 mila euro. Per mandare a casa il presidente Crocetta ci vorrebbero almeno 46 parlamentari dimissionari. Impossibile che ciò si verifichi, perché nessuno metterà in discussione la possibilità di percepire 20 mila euro al mese per altri quattro anni e forse più.

La ‘certezza’ di Crocetta, Lumia e Montante si fonda, a conti fatti, su un errore del Legislatore siciliano: avere approvato una norma che prevede la contestuale decadenza di Sala d’Ercole e del Governo. Se l’Assemblea regionale siciliana avesse avuto la possibilità di cambiare il capo della Giunta, oggi Crocetta non sarebbe nelle condizioni di imporre i propri voleri e dovrebbe far prevalere le ragioni della politica.

Il secondo punto fermo è rappresentato dall’atteggiamento ondivago del presidente Crocetta. Che appena una decina di giorni fa si era detto disponibile al rimpasto della Giunta (“Il PD faccia i nomi dei possibili nuovi assessori” aveva detto). Per poi cambiare idea. Sia chiaro: quello di dire una cosa e poi fare l’esatto contrario è una caratteristica di Crocetta: basti pensare a tutti gli accordi che ha firmato con il mondo della formazione professionale che ha poi disatteso.

Questo continuo smentire se stesso, però, non è un dato caratteriale: fa parte di una strategia. Anche se tale strategia, almeno in questo momento, non ha un fine preciso. La verità è che, sotto il profilo politico, Crocetta, Lumia e Montante non sanno cosa fare.

Hanno fondato un loro movimento politico, il Megafono. Ma in termini elettorali – ne hanno avuto la prova alle recenti elezioni comunali – è un mezzo fallimento. Incapaci di amministrare, hanno piena contezza che, se si dovesse andare alle urne, scomparirebbero. E allora?

In questa fase di estrema debolezza, alla luce, anche, del fallimento pressoché totale del loro Governo (in questo momento, in Sicilia, non c’è una sola categoria sociale che non sia critica con le scelte di questo esecutivo), si tengono ben strette le poltrone di sottogoverno. E’, il loro, il tipico atteggiamento dei futuri perdenti che l’ex presidente Raffaele Lombardo ha ‘interpretato’ in maniera magistrale nelle ultime fasi del suo Governo, quando nominava a destra e a manca nell’illusione di incrementare il proprio potere.

In realtà, la strategia di Crocetta, Lumia e Montante non si ferma qui. Sanno che, quando sarà, avranno comunque a disposizione uno strumento: il Megafono. Ma sanno anche che debbono provare ad ‘espugnare’ il Partito che potrebbe assicurargli il futuro: il PD. E’ probabile – queste cose non le vengono a dire a noi – che dietro l’irrigidimento di Crocetta che in queste ore dice “no” al cambio degli assessori in Giunta ci sia, in realtà, il “no” corale del PD siciliano al maldestro tentativo di Lumia di prendersi la segreteria regionale del Partito piazzandoci Nelli Scilabra.

Ricordiamo che Lumia ha già provato a prendersi la segreteria del PD siciliano. Ma ha ‘toppato’ clamorosamente. Battuto da Giuseppe Lupo. Una sconfitta bruciante, che era la sconfitta di un PD siciliano, dal ‘corpo’ sano, con una base e un gruppo dirigente che allora, in maggioranza, dicevano “no” all’alleanza con Raffaele Lombardo.

Per Lumia, Crocetta e Montante la segreteria regionale del PD siciliano significherebbe molto. Intanto si impossesserebbero del Partito. Imponendo la linea politica. E, grazie al controllo dello stesso Partito, si garantirebbero almeno uno dei due posti alle elezioni europee della prossima primavera (il PD siciliano dovrebbe rieleggere senza problemi due europarlamentari). E, soprattutto, si preparerebbero a candidare alle elezioni politiche nazionali – che non sono lontane – almeno tre o quattro di loro.

Chi? Intanto l’assessore Nicolò Marino. Crocetta, Lumia e Montante hanno l’esigenza di sbarazzarsi di un assessore che non si è piegato ai comitati di affari delle discariche. Ma un uomo come Marino non può essere messo alla porta così, senza una giustificazione. Per sbarazzarsene, Lumia e compagni hanno bisogno di ‘promuoverlo’ parlamentare.

Un altro possibile candidato è l’ex presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello. Un’altra da ‘sistemare’ è l’assessore Nelli Scilabra, dopo “l’ottima’ prova che sta fornendo alla guida dell’assessorato alla Formazione professionale. In lista potrebbe andare lo stesso Crocetta se l’assessore all’Economia, Luca Bianchi, completerà la sua vera ‘missione’ politica in Sicilia per conto di Roma: far fallire la Regione.

I conti – a nostro avviso sbagliati – di Lumia, Crocetta e Montante si sono infranti sulla realtà politica del PD. Che è, appunto, una realtà politica e democratica. Il segretario regionale di un grande Partito non si nomina: si elegge. E su questo punto Lumia e Crocetta vanno a sbattere: perché la base e il gruppo dirigente (ma soprattutto la base) non ne vogliono sapere di eleggere segretario regionale Nelli Scilabra. Per un motivo semplice: perché così facendo consegnerebbero il Partito a Lumia e a Crocetta.

Il ragionamento della base e del gruppo dirigente del PD non fa una grinza. Lumia e Crocetta, nel giro di dieci mesi, hanno portato la Regione siciliana su un binario morto. La stessa cosa farebbero con il PD siciliano. Da qui il “no” secco alla segreteria Scilabra-Lumia.

La partita in corso è molto diversa da quella che appare. Crocetta, che in realtà vorrebbe acciuffare, insieme con Lumia, la segreteria regionale del PD siciliano, dice che il Partito gli chiede le poltrone. In realtà, è l’esatto contrario: sono Crocetta e Lumia che chiedono poltrone che il Pd non può dare a questi due personaggi.

Il Partito Democratico, da parte sua, deve dare un segnale di discontinuità rispetto al presente. A tutte le categorie sociali della Sicilia, oggi in rivolta contro il Governo Crocetta, il PD siciliano deve far sapere che chiede al presidente della Regione una svolta di governo radicale.

Ma la richiesta di svolta è anche un messaggio preciso a 5 milioni di siciliani. E i messaggio è il seguente: l’attuale Governo Crocetta è un fallimento politico e amministrativo. Noi intanto ci dissociamo da questo fallimento. E poiché abbiamo contribuito ad eleggere il presidente Crocetta ci assumiamo le nostre responsabilità. Siamo disposti a provare a rilanciare l’azione di Governo. Ma con nostri rappresentanti. Mettendoci la faccia. Se Crocetta non è d’accordo, bene, che continui a governare lui.

Crocetta e Lumia sarebbero anche disposti a passare per i protagonisti di un Governo che in questi dieci mesi ha fallito su quasi tutta la linea (a cominciare dalla legalità amministrativa). Ma in cambio vorrebbero la segreteria regionale, un posto nella lista alle elezioni europee e quattro cinque posti in lista alle prossime e non lontane elezioni politiche nazionali.

Ma su questo i vertici regionali del PD non possono garantire nulla. Lo stesso posto nella lista alle europee è aleatorio. Perché i candidati del PD siciliano saranno tre. E non è detto che gli elettori votino, ad esempio, Lumia. Ma, a quanto pare, non sembra semplice far capire al senatore del Megafono che in democrazia – soprattutto quando si va a votare – decidono gli elettori e non i vertici dei Partiti. Alle europee non si vota con il Porcellum.

Così come non è detto che i delegati – o la base del Partito in caso di elezione aperta – eleggano Nelli Scilabra alla segreteria regionale. Quanto alle elezioni politiche nazionali, per far posto a candidati del Megafono il PD non potrà certo eliminare le primarie. E le primarie del PD siciliano sancirebbero la probabile sconfitta dei candidati del Megafono.

Insomma, la democrazia, nelle sue forme vere, non viene incontro ai desideri di Lumia e Crocetta. La verità è che le richieste di poltrone arrivano proprio da Lumia, Crocetta e Montante. Ma sono richieste politicamente impraticabili. Perché, per metterle in atto, il PD siciliano dovrebbe sospendere la democrazia. Perché, diciamolo chiaramente: nessuno, oggi, in Sicilia, dopo i disastri politici, amministrativi e, perché no?, anche umani provocati dal Governo Crocetta voterebbe per i signori del Megafono!

 


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