Migranti costretti a dormire dentro loculi realizzati con materassini di gommapiuma a causa del sovraffollamento. Il centro potrebbe contenere 381 persone ma ce ne sono 630. In una struttura in cui i lavori seguiti al rogo del 2011 non sono ancora finiti. «Manca il collaudo, ma qui si può tutto in nome dell'emergenza». Guarda le foto
Lampedusa, ispezione M5s nel centro d’accoglienza «Si dorme fuori, cavi elettrici volanti e spese dubbie»
Persone che dormono all’aperto, dentro cubi realizzati con materassini di gommapiuma. Cavi elettrici volanti in mezzo agli alberi e cantiere ancora aperto. È la situazione all’interno del centro di primo soccorso e accoglienza di Lampedusa, descritta da quattro deputati nazionali e regionali del Movimento cinque stelle che in questi giorni sono sull’isola per un’ispezione. «Il centro – denunciano – è in condizioni veramente disastrose. Intanto è sovraffollato. Potrebbe ospitare 381 persone a attualmente ce ne sono 630. Ogni giorno è un continuo andirivieni, con la costante del sovrannumero di persone che resta e che sono costrette a dormire all’aperto, in rifugi di fortuna, praticamene dei loculi costruiti con materassini di gommapiuma».
Dallo scorso ottobre l’ente gestore del centro è la confederazione nazionale delle Misericordie, subentrata al consorzio Sisifo, oggetto di critiche dopo la pubblicazione del video sulle docce antiscabbia. A fare visita alla struttura stamani sono stati Riccardo Nuti, deputato della Camera, e quelli dell’Ars Giorgio Ciaccio, Matteo Mangiacavallo e Valentina Palmeri. Che denunciano sovraffollamento e lavori, iniziati a seguito del rogo del 2012 che distrusse l’edificio, ancora incompleti. «Gli alloggi – spiega Ciaccio – sono stati consegnati, ma i cavi che portano la corrente elettrica passano tra gli alberi. Ci hanno spiegato che il cantiere è ancora aperto e che non è stato fatto il collaudo».
Nonostante questo stamani i deputati dicono di aver trovato più di 800 migranti, diventati 630 nel corso della giornata per il trasferimento di circa 200 persone. «Tutto è giustificato dall’emergenza – continua il deputato palermitano – Qui le riparazioni e le manutenzioni non vengono fatte o vengono fatte con ritardi enormi. Vogliamo capire come vengono spesi e gestiti i soldi, visto che non ci sono bandi per parecchie spese». Nel mirino dei parlamentari Cinquestelle anche i grossi flussi di finanziamenti «che qui – dicono – nessuno avrebbe mai visto. Si parla di stanziamenti milionari a partire dai tempi di Berlusconi, di cui non sembra esserci alcuna traccia». A riprova della mancanza della manutenzione ordinaria, Ciaccio racconta un episodio a cui ha assistito: «Durante la nostra visita è scoppiato un tubo in un bagno, il servizio è stato chiuso e ci hanno spiegato che per ripararlo dovranno avvisare il prefetto e chissà quando risolveranno il problema».
I deputati hanno incontrato anche le associazioni di categoria dell’isola: commercianti, pescatori, albergatori. Tutti lamentano le difficoltà economiche per una situazione che non è più tornata com’era prima dell’emergenza del 2011. «Ci hanno chiesto aiuto per promuovere l’isola – spiega il deputato regionale – propongono una moratoria vera, triennale, sui debiti, non come quella fatta finora che è stata rinnovata annualmente ma con ritardi tali da consentire a Riscossione Sicilia di mandare ugualmente le cartelle esattoriali. Altrimenti – conclude – Lampedusa rischia il default».