Lei piemontese, lui della provincia di Trapani. Si sono sposati cinque anni fa per poi trasferirsi a Istanbul, e da lì andare a combattere, in un gruppo fondamentalista, contro il regime di Bashar al-Assad. Nel comune siciliano tanti ricordano Francesco Cascio come un ragazzo che «scriveva molto e parlava poco»
La storia di Lara-Khadija e Francesco-Muhammad Dal matrimonio a Castellammare alla lotta in Siria
Lara Bombonati è la donna accusata di terrorismo internazionale dalla Procura di Torino, secondo cui era pronta a partire per la Siria e tornare a supportare gruppi terroristici in lotta contro il regime di Bashar al Assad. Non sarebbe stata la prima volta che la donna, 26 anni, avrebbe raggiunto il Paese dove si consuma da anni una guerra spietata e multiforme. Ma stavolta sarebbe partita da sola, senza Francesco Cascio, il 27enne di Castellammare del Golfo che aveva sposato nel 2012. Entrambi si sarebbero convertiti all’Islam e insieme avrebbero già affrontato il viaggio fino alla Siria, dove l’uomo sarebbe morto il 26 dicembre del 2016 durante un’irruzione in un campo di addestramento. Sono queste le informazioni che trapelano dall’indagine condotta dalla Procura di Torino.
Ma per sapere qualcosa di più sulla vita di Francesco Cascio – che, se venissero confermate le prime ricostruzioni, sarebbe uno dei pochi casi di foreign fighters italiani caduti in combattimento – bisogna cercare in provincia di Trapani. Originario di Erice, Cascio ha vissuto per vent’anni a Castellammare del Golfo ed è qui che ancora vivono i genitori e la sorella. Classe 1990, lo ricordano come un ragazzo educato, ma molto introverso. Parlava e usciva poco e non aveva molti amici. Ha frequentato il liceo classico Francesco Vivona in cui si è diplomato, presentandosi però all’esame di Stato da esterno, dopo essere passato negli ultimi anni in un istituto privato di Castellammare.
«Ho pochi ricordi di lui, me lo ricordo a scuola, sempre solitario, parlava poco, sembrava problematico», racconta un ragazzo che frequentava il liceo classico. «Una persona molto introversa e con un carattere chiuso – racconta un suo professore a MeridioNews –. Ricordo che scriveva molto e parlava poco. In classe si relazionava poco e non è mai riuscito ad inserirsi pienamente. Andava piuttosto bene in quasi tutte le materie e non ha mai dato particolari problemi. Ricordo di averlo visto qualche anno dopo il diploma con la ragazza, qui a Castellammare». Anche i vicini di casa dei genitori di Cascio li descrivono come «una famiglia perbene, il figlio – dicono – non lo vediamo da molti anni». I parenti si sono trincerati in casa e non rispondono ai giornalisti.
Francesco Cascio Muhammad e Lara Bombonati Khadija si sono sposati con rito civile nel 2012 al Comune di Castellammare. «Mi ricordo il giorno del matrimonio, – racconta una vicina di casa del padre – lei con il velo e lui con la barba. Dopo il matrimonio sono andati via e sono tornati, se non ricordo male, solo una volta, circa due anni fa, in vacanza con i genitori di lei. Lui aveva la barba più lunga e lei indossava il classico velo. Non davano tanta confidenza, lui era molto riservato».
Dopo il matrimonio, i due si sono trasferiti in Turchia, a Istanbul, dove il padre sarebbe andato a trovarlo qualche volta. E da qui si sarebbero spostati in Siria. Secondo la Procura di Torino, Lara Bombonati, insieme a Francesco Cascio, avrebbe operato nell’area di Idblid e Aleppo, in particolare favorendo il gruppo terroristico Ha’yat Tahrir Al-Sham. «Il fermo – ha scritto in una nota il procuratore della Repubblica di Torino, Armando Spataro – è stato disposto per il pericolo di fuga conseguente al progetto della donna di abbandonare il territorio nazionale per raggiungere nuovamente la Siria utilizzando contatti in Belgio. L’ipotesi d’accusa si basa sulla circostanza che la Bombonati avrebbe svolto attività di logistica e di assistenza nell’ambito di una neo formazione terroristica operante nelle aree di Idlib ed Aleppo».
Il gruppo Ha’yat Tahrir Al-Sham non fa parte dell’Isis. Si tratta piuttosto di una formazione di matrice qaedista che dal gennaio 2017 è confluita nel gruppo Jabhat Fateh al-Sham, definito «l’ultima incarnazione di Al Qaeda in Siria». Proprio nell’area compresa tra Idblid e Aleppo, infatti, è storicamente radicata la presenza di Al Qaeda, con gruppi che, nel corso degli anni, hanno cambiato nome (tra cui il più noto è stato fronte Jabhat al Nusra, lo stesso accusato del rapimento delle italiane Greta Ramelli e Vanessa Marzullo a fine 2014) e, in parte, alleanze. Ma sempre mantenendo come obiettivo la lotta contro il regime di Bashar al-Assad e il suo rovesciamento.
A Garbagna, in provincia di Alessandria, dove Lara Bombonati viveva, Cascio non sarebbe mai andato. «In paese non l’ho mai visto – spiega il sindaco Fabio Semino -. La ragazza non viveva più qui e negli ultimi anni veniva saltuariamente. Non passava inosservata perché era l’unica donna nel Comune a indossare il velo, alcune volte col viso scoperto, altre volte col burqa. Ma non mi è sembrato di vedere mai nella madre preoccupazione, mi è parsa una donna serena».