Era a tutti gli effetti un lavoratore di tipo dipendente, pur avendo un contratto da collaboratore a progetto. Per questo motivo il giudice Paola Marino ha condannato l'azienda leader nel settore delle puntate ad assumere l'uomo, oggi 40enne, a tempo indeterminato
La Snai lo licenzia, il Tribunale lo riammette a lavoro Cgil: «Prima sentenza nel mondo delle scommesse»
È la prima sentenza in Italia che dà ragione a un lavoratore dell’azienda leader nel settore delle scommesse che conta 1.569 agenzie sportive in Italia. Ed è stata emessa dal giudice Paola Marino, del Tribunale del lavoro di Palermo, che ha condannato la Snai a riammettere un lavoratore al quale non era stato rinnovato il contratto. L’azienda dovrà assumerlo a tempo indeterminato.
A renderlo noto è la Cgil. Sono diverse decine le cause in corso in Italia contro la Snai, da parte di lavoratori che per anni hanno svolto lavoro di tipo subordinato ma con i contratti di collaborazione a progetto. Assistito dall’avvocato Pietro Vizzini, legale del sindacato, il lavoratore palermitano è laureato in Architettura, oggi ha 40 anni e ha svolto la mansione di operatore presso la Snai per dieci anni di fila, dal 2005 al 2015.
Quando la Snai ha proposto ai lavoratori un percorso di stabilizzazione, con la rinuncia a tutte le eventuali richieste economiche del periodo precedente, il lavoratore non ha accettato. E alla scadenza annuale del contratto ha avviato la causa. Contratto che oggi è stato appunto dichiarato illegittimo dal tribunale, in quanto il contratto precario non prevede la subordinazione e invece l’operatore svolgeva tutti gli effetti un lavoro di tipo dipendente, con orario di lavoro predeterminato e mansioni non attribuibili a un lavoratore autonomo.