La Sicilia che fa paura a Berlusconi e Renzi

IN QUESTE ORE UN SENTIMENTO ACCOMUNA IL LEADER DI FORZA ITALIA E IL CAPO DEL GOVERNO: IL TIMORE CHE, CON IL VOTO DI DOMENICA PROSSIMA, DALL’ISOLA PARTA UN MESSAGGIO DI CAMBIAMENTO DESTINATO A INFLUENZARE PROFONDAMENTE IL DIBATTITO POLITICO NAZIONALE. E’ ACCADUTO PIU’ VOLTE NEL PASSATO, POTREBBE ACCADERE DI NUOVO…

In questo finale di campagna elettorale, in Sicilia, sta succedendo di tutto e di più. Anche se la vera protagonista, che svetta su tutto e su tutti, è la paura della vecchia politica, oggi più che mai rappresentata dal PD e da Forza Italia.

E’ la paura di Berlusconi e di Renzi, ormai alleati per forza di cose, che temono l’avanzata del Movimento 5 Stelle. Nonostante il grande spiegamento di forza mediatico – Tv di Stato, Tv di Mediaset, giornali cartacei e quel poco di rete che la vecchia politica italiana cerca di conquistare – l’accoppiata Berlusconi-Renzi non convince. E il motivo c’è.

Intanto, i due – destinati a provare a salvare insieme questa legislatura – non sono credibili. Berlusconi, ormai vittima di una crisi di disperazione, attacca a testa bassa Beppe Grillo, anche scadendo nella volgarità, cosa che, comunque, non gli riesce particolarmente difficile.

Ha tirato fuori la storia di un vecchio incidente di Grillo, dice che è un delinquente, che è sfuggito alla galera. Ed è difficile capire se recita o se è vittima di un ‘transfert’ che lo porta a vedere se stesso nei comportamenti del leader del Movimento 5 Stelle.

Dobbiamo dirlo: Berlusconi è un grande comunicatore: ma se ha optato, scientemente, per queste bassezze, i sondaggi che deve avere a disposizione debbono essere veramente ‘drammatici’, ovviamente per lui e per il suo ‘amico’ Renzi.

Non va meglio per lo stesso Matteo Renzi, che ormai gl’italiani percepiscono come il vero alleato di Berlusconi. Con la storia degli 80 euro al mese in più a 10 milioni di italiani – così dice lui – pensava di conquistare chissà quali voti. Ma ha ‘toppato’. Perché questa mossa, alla fine, non si sta dimostrano meno volgare delle volgarità di Berlusconi. Anzi.

La politica non si può fare con questi mezzi. Servono a poco. Anche perché si profila già la Tasi, una tassa destinata a massacrare milioni di italiani.

Di fatto, Renzi si sta dimostrando un venditore di fumo. Predica riforme di qua e riforme di là. Ma, alla fine, le sue riforme altro non sono che piaceri fatti a chi oggi pensa di avere in pugno l’Italia e non vuole rotte le scatole con il Senato, con le Regioni, con le Province, con le leggi per la tutela del lavoro e con altri presidi democratici.

Renzi vuole sbaraccare alcuni presidi democratici. E vuole, soprattutto, rendere la vita facile a chi comanda nel nostro Paese, anche sul fronte dei rapporti sindacali. Persino la Cgil di Susanna Camusso – che non può certo essere definita ‘rivoluzionaria’ – oggi non sembra convinta di questo Governo.

La paura di Renzi ormai è palpabile. Ha capito che le sue chiacchiere – “Cambieremo questo Paese” di qua, “Cambieremo questo Paese” di là – non fanno presa sulla gente. Nessuno gli crede. Le imprese e le famiglie italiane sono ridotte ai minimi termini. E dal Governo Renzi non è arrivato un solo provvedimento in loro favore.

Le imprese italiane continuano a soffrire e a chiudere. Non sanno a chi vendere i propri prodotti. Non possono vendere in Italia perché gl’italiani sono tenuti senza soldi (con la Tasi che sta arrivando le famiglie debbono ulteriormente tirare la cinghia). Non possono vendere – tranne pochi casi – sui mercati internazionali perché l’euro è una moneta troppo forte.

A Renzi, in queste ore, non va bene nulla. Ieri, ad esempio, ha annunciato e poi smentito l’arrivo in Sicilia per domani, quando lo Stato italiano verrà chiamato, a Palermo, a ‘celebrare’ la strage di Capaci, cioè se stesso.

Renzi – e qui non possiamo dargli torto – ha capito che il Governo siciliano di Rosario Crocetta è un totale disastro. E che i siciliani voteranno in massa contro un Governo che ha ulteriormente impoverito una Sicilia già alle corde.

Non solo. Il Governo Renzi, quest’anno, ha scippato alla Sicilia un miliardo e 250 milioni di euro mandando definitivamente in tilt i conti della Regione. Crocetta, invece di scatenare un casino contro Roma, è stato zitto: e di questo Renzi lo deve ‘ringraziare’, piaccio o no ai suoi ‘colonnelli’ siciliani.

Ma i siciliani hanno capito che Renzi e Crocetta sono i veri nemici della Sicilia. Risultato: i siciliani che domenica andranno a votare – che non sembrano tanti – e che vogliono cambiare questo pessimo stato di cose, potrebbero rivolgersi in massa al Movimento 5 Stelle.

Lo dobbiamo ammettere: a parte qualche sbavatura, i grillini siciliani hanno dimostrato di lavorare nell’esclusivo interesse della Sicilia. Lo hanno dimostrato a Sala d’Ercole – sede del Parlamento siciliano – e fuori da Sala d’Ercole. I siciliani l’hanno capito. Sono persone serie. 

Così, oggi, Renzi e Berlusconi hanno paura. Hanno paura che, dalla Sicilia, parta un messaggio di cambiamento che potrebbe, piano piano, risalire lo ‘Stivale’. Non è la prima volta, nella storia politica italiana, che Sicilia fa da battistrada ai grandi cambiamenti. E’ stato così nei primi anni Settanta del secolo passato, quando ha anticipato il ‘Compromesso storico’. Ed è stato ancora una volta così alla fine degli anni ’80 con la Rete di Leoluca Orlando.

Siamo vicini a un cambiamento radicale della politica italiana? Sembra proprio di sì. E questo fa paura a Renzi e Berlusconi, che di questo cambiamento saranno le ‘vittime’ designate.

Ieri, in un primo momento, Renzi ha pensato di venire a fare ‘passerella’ a Palermo. Ma poi ci ha ripensato. Perché nemmeno lui, in queste ore, sa che cosa deve fare. Sa solo di avere paura. E quando in politica la paura prende il sopravvento, si sa, è difficile vincere.

Ha paura anche Berlusconi, che nella ‘sua’ Sicilia, in questa campagna elettorale, non ha nemmeno messo piede. Perché sa che troppe volte, anche da certi ‘ambienti’, ha ricevuto una fiducia, a volte anche eccessiva, che non ha ricambiato.

 


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