Un mercato che rallenta, un’isola un po’ più isolata. I dati Istat riguardanti le transazioni commerciali internazionali ritraggono uno scenario in cui la Sicilia, sulla scia della crisi economica, sembra ancora lontana da quel colpo di reni che le permetterebbe di guardare al futuro con più ottimismo. A segnare il segno meno, in tal senso, sono sia le esportazioni che le importazioni.
Nel primo caso, i numeri riguardanti il 2015 vedono l’Isola toccare il due per cento del totale italiano, pari a otto miliardi e 473 milioni di euro. Tale cifra – la più alta tra le regioni del Mezzogiorno, a eccezione della Campania – segna una flessione del 12,4 per cento rispetto al 2014 e, più in generale il terzo risultato più basso degli ultimi sette anni, dopo le stagioni 2006 e 2009. Scendendo nel dettaglio delle province, quella che esporta di più è Siracusa con cinque miliardi e 200 milioni di euro, seguita da Catania con un miliardo e 156 milioni, Messina (977 milioni), Ragusa (337), Palermo (305), Trapani (264), e poi Agrigento (161), Caltanissetta (68) e infine Enna che, con i nove milioni di euro di prodotti esportati, risulta la provincia italiana con il valore più basso. Rispetto al 2014, crescono Catania, Palermo, Trapani e Agrigento e Ragusa, mentre scendono Siracusa, Messina, Caltanissetta, Enna.
Guardando ai Paesi di destinazione delle merci siciliane, a farla da padrone è l’Europa, con una preferenza per le nazioni che fanno parte dell’Ue, seguita da Nord Africa e Medio Oriente. Tra le nazioni del vecchio continente, i rapporti più intensi sono con la Francia (772 milioni), mentre al secondo posto ci sono i Paesi Bassi (344). Germania (312) e Malta (310) occupano la terza e quarta posizione. Poche sorprese dalla tipologia di prodotti esportarti, con quelli petroliferi (quattro miliardi 960 milioni) che occupano larga fetta delle transazioni. Seguono i prodotti chimici (925 milioni), gli apparecchi elettronici e computer (522) e i prodotti alimentari (507).
Passando alle importazioni, nel 2015 la Sicilia ha acquistato merce dall’estero per un valore complessivo di circa 12 miliardi 934 milioni di euro. Anche in questo caso parliamo di una flessione rispetto all’anno precedente di 4,6 milioni di euro, pari al 26,1 per cento. Tuttavia l’Isola, con il suo 3,5 per cento sul totale italiano, rimane la regione del Meridione con più importazioni.
La maggior parte della merce proviene dal Medio Oriente (oltre quattro miliardi e 700 milioni di euro), mentre a seguire troviamo i paesi dell’Unione europea. Tra questi, i dati più importanti sono ancora una volta legati alla Francia (510 milioni). Seconda posizione per la Spagna (350), terza la Germania (327). La tipologia di merce maggiormente importata è quella dei prodotti derivanti dall’estrazione di minerali dalle cave, con una spesa nel 2015 di otto miliardi 210 milioni di euro.
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