La sceneggiata del Punto nascita di Pantelleria

Nella conferenza stampa di qualche giorno fa, in occasione della presentazione della sbrindellata Finanziaria, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha ribadito di aver “riaperto i Punti nascita”.

Con molta probabilità, il governatore non si riferiva ai 28 Punti nascita che il suo Governo ha chiuso in Sicilia, ma solo a sette di questi che, da settimane, dice di volere riaprire. Anzi, proclama di volere riaprire.

Proclami, appunto. Ai quali, però, non seguono i fatti. E’ il caso del Punto nascita di Pantelleria, uno dei sette che dovrebbero essere riaperti. Anzi, che il presidente Crocetta è convinto di avere riaperto.

Sul Punto nascita di Pantelleria è in corso una sceneggiata tra l’assessorato regionale alla Salute, retto da Lucia Borsellino, e i vertici dell’Asp di Trapani. I vertici dell’assessorato regionale, per riaprire il Punto nascita di Pantelleria, aspettano il via libera dall’Asp di Trapani. A propria volta, i ertici dell’Asp di Trapani, sempre per riaprire il Punto nascita di Pantelleria, aspettano il placet dell’assessorato regionale alla Salute…

Un gioco della parti? L’unica cosa certa è che mentre assessorato regionale alla Salute e vertici dell’Asp di Trapani ‘palleggiano’ il problema con i: “Vai avanti tu”, “No, vai avanti tu che a me viene da ridere…”, a Pantelleria le donne in gravidanza, purtroppo, hanno poco da ridere.

Perché mentre Regione e Asp di Trapani prendono tempo, la compagni aerea che gestisce i collegamento tra Pantelleria e la terra ferma ha introdotto nuove regole di volo.

Il volo pericoloso e la compagnia avrebbe fatto sapere di non avere più intenzione di accettare a bordo donne in gravidanza da oltre 36 settimane. Tradotto, ciò significa che ogni dona in gravidanza di Pantelleria dovrà abbandonare l’isola un mese e mezzo prima del parto per recarsi a partorire, a proprie spese.

Insomma, le donne di Pantelleria, per partorire, debbono lasciare la loro casa, i loro affetti – in tanti casi i bambini ancora piccoli – e naturalmente loro mariti perché così ha stabilito un demenziale decreto di un demenziale Governo nazionale, con riferimento al Governo Monti.

Dal peggiore Governo della storia dell’Italia repubblicana non poteva che venire fuori i decreto Balduzzi, un atto amministrativo scriteriato, degno delle varie massonerie finanziarie che oggi controllano l’Europa delle banche e della speculazione. Una vergogna.

Questo passa oggi il Governo della sanità pubblica siciliana, al di là delle chiacchiere e delle promesse del presidente Crocetta. L’assurdità di quanto sta succedendo a Pantelleria (ma anche nelle isole di altri arcipelaghi siciliani:per esempio a Lipari) viene stigmatizzato in una dura nota dall’Azione Cattolica della diocesi di Trapani e Mazara del Vallo.

“L’Azione Cattolica delle Diocesi di Trapani e di Mazara del Vallo – recita la nota – in merito al decreto Balduzzi n.158 del 13 /9/2012, riguardante la chiusura dei punti nascita nelle strutture con meno di 500 nascite all’anno

ESPRIME

totale dissenso per l’estensione di tale provvedimento agli ospedali delle isole minori, che vede penalizzate oltre ogni misura le partorienti di Pantelleria e i loro familiari”.

“Pantelleria – prosegue la nota è – collegata alla Sicilia tramite traghetto, che impiega circa otto ore di navigazione, o per via aerea: facilmente però le condizioni meteorologiche non consentono la navigazione, né la partenza degli aerei o dell’elisoccorso”.

“Le partorienti di Pantelleria – sottolineano all’Azione Cattolica di Trapani e Mazara el Vallo – e i loro congiunti devono essere considerati cittadini come gli altri: il Governo e la comunità nazionale non possono sottoporre a gravi disagi la maternità, compromettendo il diritto alla salute e costringendo le donne a partorire con enormi rischi, sia psicologici che economici; ciò a causa dei costi che le famiglie sono costrette a sopportare per raggiungere l’isola maggiore con largo anticipo rispetto alla prevista data del parto”.

“La nascita – si legge sempre nella nota – è fra i più importanti dei diritti umani e non può essere negata agli isolani. La chiusura dei Punti nascita nelle isole vanifica la recente legislazione in merito alle pari opportunità e compie passi indietro di parecchi decenni, quando le donne partorivano in casa, sottoponendosi a notevoli rischi per la propria vita e per quella dei nascituri”.

“L’Azione Cattolica delle Diocesi di Trapani e di Mazara del Vallo esprime la propria solidarietà ai cittadini, e in particolare alle donne, di Pantelleria: fa dunque

APPELLO

A tutti gli uomini di buona volontà, e soprattutto a coloro che hanno poteri decisionali, ad adoperarsi per il mantenimento dei punti nascita di Pantelleria e delle altre isole minori, affinché le partorienti ivi residenti abbiano gli stessi diritti delle altre donne.

AUSPICA

che la Regione siciliana, nelle more della riapertura dei Punti nascita di Pantelleria e delle altre isole minori, adotti ogni misura per lenire i disagi delle partorienti e dei loro familiari, possibilmente mettendo loro a disposizione, per il periodo necessario, appartamenti a costo zero, come ad esempio quelli confiscati alla criminalità organizzata”.

 


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