La Rivoluzione di Crocetta: addio Province, benvenuto Statuto siciliano

Dalla parole ai fatti. Sembra questo il messaggio che il Presidente
della Regione siciliana, Rosario Crocetta, vuole lanciare, urbi et orbi
.  Nel corso della riunione di giunta di ieri sera, lunedì 4 Marzo 2013- data destinata a diventare storica – il Governo siciliano ha firmato decisioni importanti. Che vanno nel senso dell’applicazione dello Statuto della nostra Isola, alla faccia di uno Stato italiano che lo distrugge da oltre 60 anni, e alla faccia di chi lo vuole ingabbiato nelle logiche delle segreterie romane. Decisioni che, se usciranno indenni dalle fauci della politica siciliana, segneranno un punto di svolta per la storia di questa Regione. 

La prima: l’abolizione delle Province. La giunta Crocetta ha approvato l’ abolizione delle nove Province regionali, sostituendole con liberi consorzi tra Comuni, come prevede lo Statuto speciale (in questo articolo un approfndimento sul tema).

La seconda: una proposta di legge per rendere immediatamente applicabile l’articolo 37 dello Statuto siciliano, quello secondo cui le imprese che hanno in Sicilia la sede produttiva, al di là della ubicazione della sede legale, devono pagare le imposte alle ‘casse’ regionali. L’inosservanza di questa norma ha determinato danni enormi ai conti pubblici regionali.

 Il Governo siciliano ha deciso inoltre l’emissione di ‘Trinacria bond’ per coprire almeno una parte del debito che ha con le imprese, che nei confronti della pubblica amministrazione vantano 6 miliardi di crediti. 

E ancora: un redditto minimo di solidarietà garantito ai più poveri. 

Il confronto adesso si sposta su altri tavoli. Oggi i i gruppi parlamentari dell’Ars, di maggioranza e opposizione, si riuniranno per discutere delle proposte del Governo.

Al momento dalla maggioranza, Udc inclusa, sembrano arrivare segnali di concordia. Ne sapremo di più nel corso di oggi martedì 5 Marzo. Crocetta ha convocato una conferenza stampa per illustrare i dettagli dei provvedimenti della giunta. 

 Certo è che, mettendo in conto i voti favorevoli del Movimento 5 stelle, che condivide in pieno queste iniziative,  i numeri in Aula sono dalla parte del governatore. Si riconferma, cioè, quel ‘modello Sicilia’ di cui parlano tutti i media nazionali, quella convergenza parallela tra l’azione politica di Crocetta e quella del partito di Beppe Grillo, il pù votato, alla faccia dei conservatori dello status quo, in Sicilia come in Italia. 

Bisognerà comunque fare i conti con gli altri gruppi d’opposizione.Il Pdl, infatti, è contrario alla soppressione delle Province e vuol andare al voto a maggio, alla scadenza degli organi elettivi.

In ogni caso, la rivoluzione di Crocetta è cominciata.

(Nella foto Rosario Crocetta e il capogruppo del M5S all’Ars, Giancarlo Cancelleri)

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