Intervista a Fabio Armeli, il commerciante autore delle immagini diventate virali sul web. «Pioveva a dirotto e la visibilità non era delle migliori, ma paradossalmente questi fattori ci hanno salvato la vita. Poco prima dell'inevitabile, infatti, sono riuscito a frenare»
La provinciale 53, il dirupo e il video denuncia su Fb L’autore: «Nessuna transenna, ho rischiato la morte»
Non accennano a placarsi le polemiche sulla viabilità in Sicilia. Dopo i numerosi cedimenti che hanno investito le strade provinciali un po’ in tutta l’isola, risale a due giorni fa la pubblicazione di un video, diventato subito virale con decine di migliaia di visualizzazioni e ripreso da testate giornalistiche locali e nazionali. Protagonista del filmato è il 40enne Fabio Armeli, commerciante campofelicese, che insieme al più anziano amico Franco Giorgi è per poco scampato alla morte mentre percorreva la strada provinciale 53 in direzione Sclafani Bagni, in provincia di Palermo. «La mattina del 25 novembre eravamo di ritorno da una passeggiata tra i boschi a Montemaggiore Belsito per raccogliere funghi – racconta Armeli – Al ritorno, a bordo della nostra Mitsubishi Pajero, abbiamo percorso una strada secondaria finendo per imboccare la provinciale 53 in direzione Sclafani Bagni. Pioveva a dirotto e la visibilità non era delle migliori, ma paradossalmente questi fattori ci hanno salvato la vita. Poco prima dell’inevitabile, infatti, sono riuscito a frenare. A breve distanza da noi c’era un dirupo alto circa 15 metri». Sul momento, Armeli prende il mano il proprio cellulare e gira il video. Poi pensa agli automobilisti che potrebbero avere minore fortuna. «Siamo riusciti a recuperare un pezzo di guardarail rotto e l’abbiamo appoggiato in mezzo alla strada, così che quantomeno potesse servire da avviso di pericolo per altri automobilisti». L’unica denuncia il cittadino l’ha affidata al video.
Dopo che il video ha fatto il giro del web, ad Armeli ha risposto il commissario straordinario della Provincia di Palermo Manlio Munafò, smentendo il racconto del cittadino e sostenendo che la strada è chiusa al traffico dallo scorso aprile con un’ordinanza del dirigente provinciale. La colpa sarebbe stata proprio di Armeli, che l’avrebbe percorsa non rispettando la chiusura. «Non è assolutamente vero – risponde il commerciante – Noi ci siamo immessi nella provinciale provenendo da una strada secondaria, non abbiamo notato nessuna segnaletica e, cosa ancora più grave, il tratto non era transennato. Siamo poi tornati indietro percorrendo sempre la provinciale in direzione contraria, verso Alia, e anche in questo caso non c’era nessuna segnaletica, se non un cartello gettato a terra, difficile da leggere». Una situazione che andrebbe avanti da tempo. «Diversi giornalisti e numerosi rappresentanti istituzionali mi hanno confermato che il tratto franato è in queste condizioni da parecchio tempo – racconta Armeli – e mi hanno detto che si interesseranno alla questione. Spero che la mia disavventura serva a scongiurare episodi simili e portare a un intervento urgente per una viabilità secondaria, che ormai in Sicilia è ridotta ai minimi termini».
In particolar modo nelle Madonie. «Quanto accaduto all’automobilista non mi stupisce – commenta Marcello Catanzaro, presidente del comitato ripristino strada provinciale delle Madonie – Ricordo che giace inascoltata a palazzo Comitini una petizione corredata da più di 3.700 firme che già nel luglio del 2012 raccoglieva i disagi e i reclami dei cittadini e con la quale si richiedeva l’urgente ripristino della viabilità provinciale. Certamente si tratta di una grave responsabilità da parte delle amministrazioni provinciali e della politica in generale».