Da via Gemmellaro al Castello Ursino. Il giro di MeridioNews per capire come stanno cambiando le abitudini notturne dei catanesi durante la seconda ondata di Covid-19 e lo spettro di misure molto più restrittive da varare con il nuovo Dpcm. Guarda le foto
La movida nel centro storico ai tempi della pandemia «Meglio adesso, prima non si riusciva a camminare»
Catania sembra quasi essere divisa in due: da un lato chi si attiene alle regole del decreto, dall’altro chi lo ignora. Mentre si attende il nuovo Dpcm che, causa impennata dei contagi di Covid-19, dovrebbe imporre misure più stringenti alla libertà di circolazione, la movida a Catania prosegue. MeridioNews è andata tra le vie del centro per comprendere come e quanto stiano cambiando le abitudini notturne dei catanesi dopo il provvedimento entrato in vigore mercoledì scorso che ha imposto la chiusura dei locali a mezzanotte e la possibilità di asporto solo fino alle 21. Da via Gemmellaro al Castello Ursino passando da piazza Vincenzo Bellini.
Cinque agenti della polizia ambientale presidiano i due accessi di via Gemmellaro, entrambi transennati e muniti di gel igienizzante. «Se si deve fumare la sigaretta, aspetti qui, appena finisce entra», è l’invito rivolto a un giovane che si appresta ad accedere alla via ricca di lounge bar dagli agenti. Non c’è calca e la strada e i marciapiedi sembrano molto più puliti rispetto al periodo antecedente alla pandemia quando in via Gemmellaro sembrava difficile anche muoversi.
«Molto meglio adesso, prima non si poteva neanche camminare», commenta una giovane a MeridioNews. Per accedere alla via piena di locali, ci sono però delle regole da rispettare: mascherina alzata fino al naso e non si può fumare in transito perché ciò comporterebbe abbassare la mascherina. Regole, queste, che decadono nel momento in cui ci si siede al tavolo. «Ieri (venerdì per chi legge, ndr) sera abbiamo avuto qualche problema – racconta a MeridioNews un agente dell’Aeop (Associazione europea operatori di polizia) – perché c’è sempre qualcuno che esagera con l’alcol».
La situazione cambia in piazza Vincenzo Bellini, dove le persone che indossano le mascherine si riducono notevolmente. La maggior parte dei ragazzi beve anche fuori dai locali e, nonostante la calca, non c’è alcun militare o agente. Pochi metri più in là, tra via Pulvirenti e piazza Scammacca ci sono cinque gazzelle dei carabinieri e una della polizia locale. «Tutti portano la mascherina – commenta un militare – stiamo facendo qualche richiamo verbale ma il più del lavoro deriva dalle violazioni del codice della strada». Sedici in una sola sera, di cui undici per infrazioni alla zona a traffico limitato ed è stata sospesa un’attività commerciale. «Giovanotto – strilla il militare rivolgendosi a un adolescente in transito che indossa male la mascherina – deve coprire naso e bocca». Il giovane accoglie l’invito e continua la sua serata. A mezzanotte le saracinesche dei locali si abbassano, ma la folla in piazza Bellini aumenta. E c’è anche chi stappa bottiglie di spumante.
In piazza Currò tutto sembra procedere come da Dpcm: nessun assembramento e poca confusione. Pochi metri più in là, in via Auteri invece la situazione sembra essere quella di sempre: poche mascherine e molti ragazzi che bevono il proprio cocktail ai margini della strada. Al Castello Ursino la situazione peggiora: nessuno indossa la mascherina e gli assembramenti sono la regola. Qui a parte una volante della polizia che passa, le forze dell’ordine sono un miraggio.