La mia vita in Spagna per realizzare il sogno della danza Gli inizi a Catania e poi quell’audizione arrivata per caso

Dalla Sicilia alla Spagna per inseguire il sogno della danza. Ed esaudirlo. La storia è quella del catanese Mirko Vullo, 35 anni, vincitore del concorso Vive tu sueño. Riconoscimento che a luglio scorso gli ha permesso di partecipare e di trionfare alla finale europea di Roma. La bacheca dei trofei di Vullo è stata ulteriormente impreziosita dal premio Duende de oro come miglior coreografo e migliore scuola di danza classica. A decretarlo una giuria composta da esperti provenienti da 600 scuole della penisola iberica. 

I primi passi in questo mondo Vullo li ha mossi a Catania, nella Nuova accademia arte danza di Fia Di Stefano. «Dopo essermi laureato all’Accademia nazionale di danza, nel 2009, ero desideroso di fare una esperienza all’estero – racconta a MeridioNews – Inghilterra e Stati Uniti erano le mie mete principali, la Spagna è arrivata quasi per caso, per un’audizione che trovai casualmente e a cui decisi di partecipare. Mi offrirono un contratto di lavoro e rimasi. È stato amore a prima vista con questo meraviglioso Paese». Dopo aver ottenuto un contratto di lavoro nel teatro Arriaga di Bilbao e uno nel prestigioso teatro Liceu di Barcellona, Vullo nel 2015 decide di aprire una scuola di danza a Siviglia. L’anno successivo, invece, realizza un corso di aggiornamento per insegnanti nella prestigiosa Accademia Vaganova di San Pietroburgo in Russia.

Ma perché è stato necessario spostarsi in Spagna per realizzare il suo sogno? «L’Italia e la Spagna sono due Paesi culturalmente molto simili – spiega Mirko – in entrambi c’è un grandissimo livello artistico e ottime scuole di formazione che non vengono messe in risalto, e pochissime compagnie che costringono i giovani talenti ad andare fuori a lavorare».

«La danza – aggiunge ricordando gli esordi – è stata con me sin da piccolo. La musica, la pittura, tutto ciò che è arte mi ha sempre appassionato». Lo studio è arrivato più tardi, quando Mirko aveva circa 14 anni, inizialmente con la danza jazz e poi con il classico e contemporaneo. «Iniziare da adolescente non è facile, il corpo non è lavorabile come quando si è bimbi e in più, personalmente, non ero considerato così tanto portato. Ma sono stato molto costante e determinato e con molti sacrifici sono riuscito a realizzare il mio sogno, grazie anche ai miei insegnanti. Specialmente alla mia maestra Fia Distefano, che è stata la prima a credere in me e a cui sarò sempre riconoscente».

E ora che lui stesso è diventato maestro riconosce ancor di più l’importanza che ricopre questa figura per gli studenti e la grande responsabilità che ha. «Sei un esempio da seguire e trasmetti loro dei valori importanti come disciplina, rispetto, umiltà, costanza, sacrificio. Valori che oggigiorno, ahimè, molti giovani stanno perdendo. Non tutti sicuramente diventeranno ballerini, però questi valori li accompagneranno per il resto della loro vita». Alcuni però hanno centrato l’obiettivo e sono stati ammessi in alcune prestigiose scuole di danza, tra cui il Royal Conservatory of Scottland di Glasgow, il Conservatorio Superior Maria de Avila di Madrid, il Centro Andaluz de Danza di Siviglia, la Escuela de Victor Ullate di Madrid e il Centro de Danza de Segovia.


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