Da tempo aspettavamo una raccolta di storie brevi di marco pomar e siamo stati accontentati. Con la memoteca, (pubblicata da gruppo editoriale novantacento, 160 pagine), marco ci fa riflettere sulla psiche tipica del quarantenne italiano, anzi meridionale, anzi palermitano, di oggi. E lo fa con uno stile che appare sempre più convincente e più piacevole di pagina in pagina, di storia in storia, mentre la lettura va avanti.
La Memoteca, un tuffo nel panormismo
Da tempo aspettavamo una raccolta di storie brevi di Marco Pomar e siamo stati accontentati. Con La Memoteca, (pubblicata da Gruppo Editoriale Novantacento, 160 pagine), Marco ci fa riflettere sulla psiche tipica del quarantenne italiano, anzi meridionale, anzi palermitano, di oggi. E lo fa con uno stile che appare sempre più convincente e più piacevole di pagina in pagina, di storia in storia, mentre la lettura va avanti.
Pur partendo da cliché molto conosciuti al lettore rapido di oggi (Camilleri e altri), propone, via via, un proprio stile che ricorda le magnifiche Comédias Da Vida Privada di Luiz Fernando Verissimo traslate dallambiente brasiliano a quello siciliano. La stessa ironia caustica e lo stesso ritmo spedito ci deliziano insieme a un divertente cinismo nello spacchettare e osservare i comportamenti umani più tipici e quindi, paradossalmente, più inaspettati.
Tra amori urbani e relative (degradanti) scaramucce, piccoli-grandi compromessi della vita in una città troppo dipendente dal politico di turno, ricerca infinita del partner perfetto, vacanze da imbecille e descrizioni di villaggi immaginari dal comportamento estremo, Marco ci fa ridere delle miserie umane che tutti conosciamo e vorremmo sempre evitare: tutto Verissimo, come lautore brasiliano di riferimento (assolutamente involontario, provato con domanda precisa e investigativa allautore, che conferma di non averlo mai letto!… e quindi dimostrando che è tutta farina del suo sacco, totalmente originale e in prima mondiale).
Come altri sagaci osservatori della realtà, nelle poche pagine di ogni piccolo racconto, Marco ci costringe a ridere di noi stessi e delle situazioni odiose e ridicole nelle quali non vorremmo mai trovarci. La Memoteca, in effetti, parte come un viaggio sistematico e ironico nelle sensazioni e nei fatti della propria memoria. Ma è una memoria particolare, fin dalle prime battute: quella rifiutata dallo stato conscio e debitamente relegata nellinconscio. E che si ostina a riapparire nonostante i nostri sforzi per censurarla quanto più possibile. Per questo, molti racconti sembrano rappresentazioni oniriche cinicamente analizzate. Leggendo La Memoteca, si deve ammettere a se stessi che la psiche tende a difendere i meccanismi comportamentali di ogni uomo (e donna!) e a dare, inconsciamente e ostinatamente, un senso a tutto, anche quando è insensato farlo. E proprio quando non si può dare un significato soddisfacente a tutto, Marco è abile a rivoltare il coltello nella piaga finendo per farci ridere, consapevolmente o meno, degli sventurati eroi dei suoi racconti.
Ne consegue che il palermitanissimo gusto del paradosso, anche nella lingua parlata, anche quando è evidentemente un falso acclarato, una caricatura della realtà, è utilizzato da Marco senza pietà e quindi con rinnovato assenso alle conclusioni non scritte ma che il lettore trae da sé.
Senzaltro da leggere, magari in spiaggia e a volte pure a voce alta con gli amici, spero che La Memoteca di Marco Pomar accompagnerà molti in questa estate siciliana che si profila a costi bassi, come quello necessario per acquistare il volume. E alla fine della lettura, resterà la voglia di scoprire la prossima raccolta di piccoli racconti dello stesso autore.
Il volume è stato presentato da Daniele Billitteri e Mario Pintagro a Una Marina di Libri a Palazzo Steri, Domenica 3 giugno alla presenza dellautore, e con letture di Elena Pistillo.
Auguri a Marco e grazie per il divertimento!