La linea Maginot di Lumia & Crocetta: Lucia Borsellino, Nelli Scilabra, Linda Vancheri e Salvatore Calleri

DI FATTO, IL GOVERNATORE E IL SENATORE VOGLIONO “CAMBIARE TUTTO PER NON CAMBIARE NULLA”. MA AL DI LA’ SOLITO GATTOPARDISMO, EMERGONO DIVERSITA’ DI VEDUTE CON L’AREA DEL PD DEI CUPERLIANI

Mentre la linea Maginot di Rosario Crocetta sulla difesa a oltranza di quattro postazioni – gli assessori Lucia Borsellino, Nelli Scilabra, Linda Vancheri e Salvatore Calleri – tra i cuperliani siciliani non mancano i malumori.

Sono tanti i problemi politici sul tappeto. Il primo riguarda la ‘filosofia’ di questo azzeramento della Giunta.

Se si è arrivati all’azzeramento della Giunta è perché quanto fatto finora, nella migliore delle ipotesi, è considerato insufficiente.

Ebbene, si dovrebbe parlare del programma, cioè delle cose da fare. E dopo aver stabilito quello che si vuole fare, si dovrebbero individuare le persone che dovrebbero portare avanti un programma di Governo che segni discontinuità con il passato, anche recente.

Invece Crocetta non parla delle cose da fare: parla delle poltrone. E, quel che è peggio, non ha alcuna intenzione di rompere con la gestione fallimentare di questi due anni che ha portato la Regione ad un ‘buco’ finanziario di circa 3 miliardi di euro!

Crocetta ripropone la stessa gestione delle politiche del Lavoro, della Formazione professionale, delle Attività produttive, dell’acqua, dei rifiuti, dell’energia, della sanità.

Come succede spesso in Sicilia, il governatore e i suoi alleati vogliono cambiare tutto per non cambiare niente.

Chi l’ha detto, ad esempio, che Lucia Borsellino è intoccabile? E’ intoccabile in forze del suo cognome? Ma cos’ha fatto in due anni?

A parte lo scivolone sull’Humanitas – vicenda rimossa frettolosamente (ricordiamo che un’operazione del genere, gestita con ‘trasparenza’ e nella chiarezza, avrebbe portato alla Sicilia un investimento di circa 100 milioni di euro: operazione che invece è sfumata) – come commentare il blocco delle assunzioni in tutti gli ospedali pubblici della Sicilia?

Dobbiamo nascondere la testa sotto la sabbia e fare finta di non vedere i tantissimi reparti, sparsi in tutta l’Isola, senza primari? Dobbiamo fare finta di non vedere la mancanza di personale medico nei Pronto soccorso? O per risolvere i problemi nelle Aree di emergenza basta la ‘letterina’ che la stessa Borsellino, qualche mese fa, ha inviato agli utenti, invitandoli a chiedere il massimo a quelle strutture sanitarie pubbliche siciliane che il Governo – con in testa lo stesso assessore Borsellino – tiene sguarnite?

Francamente, questi a noi sembrano discorsi alla Matteo Renzi, che dice di lavorare per dare lavoro ai giovani creando i presupposti per licenziare i genitori degli stessi giovani con l’eliminazione l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori!

Dobbiamo tacere sul nuovo, demagogico progetto degli ospedali riuniti? Il presidente Crocetta e l’assessore Borsellino dicono che non chiuderanno i piccoli ospedali. Giustissimo. E aggiungono che creeranno gli ospedali riuniti. E qui vorremmo capire: i piccoli ospedali debbono restare per fornire servizi. Ma che servizi forniranno i piccoli ospedali riuniti?

Su questo punto Crocetta e l’assessore Borsellino dovrebbero essere chiari, non nascondendosi dietro la formula vaga del “riordino della rete ospedaliera”. Ma questa chiarezza, fino ad od oggi, non c’è.

Vogliamo parlare del nulla messo a punto in materia di prevenzione delle infezioni da virus Ebola? Venti giorni fa eravamo presenti in conferenza stampa, a Palermo, a Palazzo d’Orleans. A parte le inesattezze, c’era l’impegno di corsi professionali per medici e infermieri. Ma finora, di questi impegni assunti, in termini concreti, si è visto poco.

Che dire dell’assessore Salvatore Calleri che, mentre maturava l’azzeramento, ha tirato fuori la solita sceneggiata antimafiosa del sequestro di un bene al boss Messina Denaro?

Peccato che, mentre l’assessore si pavoneggiava nell’immancabile lotta alla mafia, veniva fuori il progetto folle di un termovalorizzatore per bruciare i rifiuti di ben cinque province siciliane, da Palermo a Messina, passando per Trapani, Enna e Agrigento.

Caro assessore Calleri: noi lo sappiamo perché ha incluso in frett’e furia Agrigento nel progetto per il folle termovalorizzatore. Perché Agrigento, prima che arrivasse il Governo di Raffaele Lombardo e adesso il Governo Crocetta, era la prima provincia siciliana per la raccolta differenziata dei rifiuti.

Ma la provincia di Agrigento è anche la sede della più grande discarica della Sicilia. Parliamo della discarica di Siculiana. E discarica – tutti lo sanno benissimo – significa antitesi rispetto alla raccolta differenziata.

La verità è che, per l’attuale Governo regionale, Agrigento è una spina nel fianco: lo è perché la metà dei Comuni ha mandato a quel paese i privati che gestiscono (male) l’acqua in questa provincia. E lo è perché, nonostante l’attuale Governo e i suoi sostenitori, la raccolta differenziata dei rifiuti sta riprendendo. E allora bisogna subito provvedere…

Insomma, se c’è non un assessore, ma un’idea politica e amministrativa che nell’attuale Governo regionale va assolutamente cambiata, ebbene, questa è la politica dei rifiuti. Ci dicono che, finalmente, anche dentro Confindustria Sicilia si stanno rendendo conto che certi personaggi – peraltro finiti sotto inchiesta (anche se la cosa viene tenuta ‘bassa’) – sono sempre più impresentabili. Era ora.

Piaccia o no, ma il messaggio di cambiamento nel programma di Governo passa da una profonda rivisitazione nella gestione dei rifiuti. Altro che termovalorizzatore! Tra l’altro, un mega-termovalorizzatore per bruciare i rifiuti di oltre mezza Sicilia! Da realizzare dove? A due passi dalla Riserva naturale dello Zingaro? Ma sono matti?

Il malumore che abbiamo raccolto riguarda anche la gestione degli incontri con il Governo nazionale. Due giorni fa è arrivato a Palermo il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. All’incontro c’era ovviamente il presidente Crocetta.

Ma che ci faceva l’onorevole Davide Faraone? A che titolo era presente alla riunione?

La negazione delle regole politiche e istituzionali riguarda, ormai, anche altri incontri politici. Che dire, ad esempio, dei vertici tra i segretari dei Partiti che appoggiano il Governo Crocetta?

Che il segretario di un Partito si presenti con un collaboratore stretto ci sta. Ma per il PD, ogni volta, si presentano i big di ogni corrente, quasi che il segretario Fausto Raciti non abbia ricevuto un mandato per rappresentare il Partito.

Talvolta, mentre è in corso la riunione, se a qualche big di corrente non piace l’andamento dei lavori, ecco una bella dichiarazione che anticipa, cercando di condizionarla, la dichiarazione del segretario regionale.

Per non parlare delle presenze che si registrano a questi vertici di maggioranza. Che ci fa, ad esempio, il solito Faraone? Che ci fa il senatore Giuseppe Lumia, che a Roma fa l’esponente del PD e in Sicilia il leader del Megafono?


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