La lettera di uno sportellista: “Il Governo Crocetta è un pericolo per la democrazia e per gli equilibri socio-economici della nostra terra”

Gentile Direttore,

sono uno dei 1.754 ex sportelli multifunzionali, oggi in versione cavia da laboratorio, utilizzato da un’idea rivoluzionaria prima, e concretizzata poi in una più “banale” macelleria sociale. Altri miei amici e colleghi, in precedenza, non hanno lesinato particolari su questa storia della quale francamente, non riesco ancora a trovare la chiave di lettura.

Quindi, risparmio ai suoi lettori la ripetizione dei particolari tecnici che hanno caratterizzato questa vicenda che, tra l’altro, nell’imbarazzo di tanti, con l’ignavia di molti e per la cinica ignoranza di alcuni, sta cambiando irreversibilmente in negativo lo status di migliaia di famiglie siciliane ignare, incredule ed incolpevoli di cotanto malvagio e gratuito accanimento su di esse.

Mi creda, Direttore, da mesi ormai sono alla ricerca di una motivazione qualsiasi che possa in qualche modo rendere comprensibile questo modo cinico, distante, sprezzante, infastidito del Presidente Crocetta che, incurante anche dei conseguenziali disservizi negli Uffici Regionali e dei disastri organizzativi, ha mirato senza esitazione alla distruzione di 1.754 persone e professionalità relative, probabilmente nel maldestro intento di guadagnarsi il favore delle cronache chissà per quali oscuri interessi.

Il risultato è stato l’oscuramento della serenità di migliaia di famiglie di lavoratori e lo sconquasso definitivo di quello che ancora funzionava negli apparati burocratici regionali. Nessuno si raccapezza, nessuno capisce più qual è il vero disegno di quest’uomo, nessuno sa se ne abbia mai avuto uno, nessuno sa quale sia la sua vera intenzione.

Direttore Egregio, non riesco più neanche a formulare interrogativi, l’azione di Crocetta costituisce una assoluta novità in termini di devastazione sociale che lascia tutti storditi ed increduli, quasi incapaci di reagire. I riflettori adesso accesi dalle Procure, che faranno luce nelle vistose zone d’ombra di questa Amministrazione, mai potranno lenire le enormi sofferenze ed umiliazioni cui gratuitamente e senza alcuna colpa, migliaia di lavoratori e relative famiglie sono sottoposti dalla rivoluzione crocettiana. Di tutto aveva bisogno la Sicilia, non di sicuro di un signore dell’antimafia che dà in pasto alla mafia i suoi conterranei.

E’ proprio così gentile Direttore, a questo ci siamo ridotti, tra gli ex operatori sportelli si parla di usurai, di ricerca di lavoro in nero in ambienti al confine della legalità e, come se non bastasse, adesso il Presidente sostituendosi anche alla Magistratura assolve l’assessorina (il riferimento è all’assessore alla Formazione professionale Nelli Scilabra), e si permette di apostrofare come deviati gli Operatori della Formazione professionale.

Che dire, caro Direttore, non ci facciamo mancare proprio nulla, per noi manca solo la fucilazione e così il problema sarebbe definitivamente risolto.

Mai avevo assistito a tanta cattiveria e malvagità riversarsi in modo così cinico e cruento nei confronti di lavoratori solamente colpevoli di essere tali.

Questo Signore che crede di governare la Sicilia in questo modo, rappresenta un serio pericolo per la democrazia e gli equilibri socio economici di questa terra, forse non tutti ravvisano questa minaccia allo stesso modo. Urge una presa d’atto comune di tutti i Siciliani onesti, bisogna fermare questa mattanza feroce delle forze positive ed oneste di questa Regione, non è più possibile assistere inermi alla distruzione sistematica dei pilastri portanti di questa società come la famiglia e le istituzioni pubbliche a favore di pseudo società degli amici degli amici anche se col pedigree o bolla ministeriale .

La Stampa, quella sana ed obiettiva, occupandosi seriamente e dando il giusto spazio a queste problematiche, nonché alla viva voce degli operatori vittime di questa macelleria sociale, di fatto ha scosso i ‘Palazzi’ ed i loro inquilini, i lavori della quinta Commissione Cultura e Lavoro del giorno 26 agosto scorso sono valide testimonianze a proposito.

Grazie dunque Gentile Direttore, non di rito, ma convinto e motivato a Lei ed alla Sua Redazione per l’attenzione riservata ad un dramma sociale e politico senza precedenti, frutto del più grande bluff posto in essere sotto l’egida dell’antimafia ed in nome di un riformismo parolaio prima, e che scopriamo adesso anche affaristico.

Egregio signor Giovanni La Terra,

Colgo l’occasione per chiarire un concetto che, forse, non abbiamo espresso bene. Noi oggi abbiamo scritto che i dipendenti della Formazione professionale siciliana e degli ormai ex Sportelli Multifunzionali si sono “svegliati dal letargo”.

La nostra non è una frase che vuole offendere i lavoratori: al contrario, è soltanto un modo per sottolineare che, con un Governo regionale del genere, che da un anno e mezzo a questa parte firma accordi che poi regolarmente disattende, le proteste sui social network, da sole, non bastano. E non bastano nemmeno gli scioperi di un giorno.

Non dimentichiamo mai che, in questa storia, c’è anche chi si è tolto la vita.

In questa vicenda ci sono responsabilità gravi delle organizzazioni sindacali che, invece di spingere alla lotta i lavoratori, per bloccare, per l’appunto, con “la lotta dura senza paura” la ‘macelleria sociale’ attuata da questo Governo, non hanno fatto altro, di fatto, che fiancheggiare il governatore Rosario Crocetta e l’assessore, Nelli Scilabra.

Fino ad oggi il comportamento di tutte le organizzazioni sindacali coinvolte in questa storia è stato inadeguato e, a tratti, infedele verso i lavoratori.

I sindacati si vogliono rifare la faccia che hanno perso? Bene: lo dimostrino con i fatti. Lo dimostrino con una lotta senza quartiere e senza guardare in faccia nessuno. Non si possono lasciare migliaia di famiglie senza soldi per sei mesi, per un anno, per un anno e mezzo. E poi chiamare – per giunta senza evidenza pubblica! – quattro società ‘esterne’ all’Amministrazione regionale riempendole di soldi. Tutto questo è immorale.

In un Paese serio, con organizzazioni sindacali pronte alla lotta, anche dura, tutto questo non sarebbe successo. 

Chi ha fatto sindacato sa benissimo che le controparti – specie se fameliche, come in questo caso – non regalano nulla. Pensare di trattare e firmare accordi con questa gente è da ingenui o da scorretti.

Lei dice di non comprendere il disegno del Governo Crocetta? Guardi che è comprensibilissimo: non privatizzare Formazione professionale e Servizi per il lavoro, ma scaricare nelle tasche dei privati i soldi della Formazione professionale e dei Servizi per il lavoro destinati alla Sicilia. Cioè la ‘coda’ del Fondo sociale europeo 2007-2013 (oltre un miliardo di euro da spendere entro il prossimo anno, mettendoci dentro i 453 milioni di euro del Piano Giovani) e i 2 miliardi e passa di euro della Programmazione comunitaria 2014-2020.

Contro questo disegno famelico, ribadiamo, non c’è che una via: la “lotta dura senza paura”, come si usava dire negli anni ’70. Il resto sono chiacchiere.
g.a.

 


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