La ‘Grande truffa’ nella Finanziaria regionale sta nella previsione triennale. Altro che conti a posto…

OGGI PROVEREMO A DESCRIVERE IL MECCANISMO TRUFFALDINO CON IL QUALE GOVERNO E ARS TRUCCANO I CONTI DELLA MANOVRA. BASTA RILEGGERSI I CONTI DEL 2013 E LA PROIEZIONE NEI DUE ANNI SUCCESSIVI PER ACCORGERSI CHE…

“I conti della Sicilia sono a posto”. “Il Bilancio è ok”. “La Finanziaria va bene”. Sono, queste, alcune delle formule che abbiamo letto ieri sui giornali. Parole che, ovviamente, sarebbero state pronunciate dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, e dall’assessore all’Economia, Luca Bianchi. In quest’articolo proveremo a dimostrare l’esatto contrario, ma non commentando l’impugnativa – che ormai è un fatto assodato, checché ne dica qualche apprendista stregone – ma puntando la nostra attenzione su un punto che, in effetti, anche l’Ufficio del Commissario dello Stato ha sottolineato, anche se senza particolare enfasi: le incongruenze nella proiezione triennale delle spese.

Il tema che oggi trattiamo è la triennalità del Bilancio e, in generale, dei capitoli di spesa. In questo particolare passaggio si annida uno dei punti nevralgici dei documenti finanziari della Regione siciliana. Vediamo di capire cosa succede, provando anche a descrivere l’inghippo e che cosa copre, in realtà, tale inghippo.

Intanto, una premessa che i nostri lettori conoscono già da tempo, visto che la sottolineamo da un anno: nella manovra quasi tutte le voci dell’Amministrazione regionale vengono messe in Finanziaria e non in Bilancio. Questa è già una prima anomalia che è anche segno di fragilità.

Siccome Governo e Ars sanno che ci sono problemi di copertura finanziaria, facendo così raggiungono due obiettivi:

– mettono al riparto il Bilancio da eventuali impugnative (cosa che, anche quest’anno, si è puntualmente verificata: il Bilancio 2014 è passato ‘liscio’, mentre la Finanziaria 2014 è stata impugnata);

– mettono in sicurezza le spese obbligatorie (stipendi, pensioni, rate di mutui, eccetera) e la sanità che, inserite in Bilancio, presentano copertura finanziaria certa; mentre tutte le coperture finanziarie della legge Finanziaria sono per lo più aleatorie (tant’è vero che l’Ufficio del Commissario dello Stato ne ha impugnato i due terzi).

Come si può notare, già l’impostazione stessa della manovra è fragile e parte dal presupposto che molti dei capitoli della Finanziaria verranno finanziati con fondi il cui tasso di improbabilità crescerà al crescere degli importi che verranno scritti.

In pratica, per essere brutali, Governo e Ars sanno perfettamente che molti dei capitoli della Finanziaria sono privi di copertura: copertura finanziaria che sarà tanto più manchevole quanto più alti saranno gli importi di finanziamento.

Riassumendo, i politici sanno in partenza che molti dei capitoli della Finanziaria verranno finanziati con risorse che, prescrizioni alla mano, non dovrebbero essere toccate: fondo rischi, regolazioni contabili, fondi di riserva.

Questo già la dice lunga sulla malafede dei politici che oggi lamentano l’eccessivo rigore dell’Ufficio del Commissario dello Stato. Dimenticando che, già lo scorso anno, la Corte dei Conti aveva chiesto a Governo e Ars di approntare un congruo fondo rischi per fronteggiare i residui attivi (entrate fittizie). Impegno che Governo e Ars si erano assunti per quest’anno, senza, però, mantenere la parola data.

Ma ancora siamo a nulla. La vera truffa sul Bilancio e sulla Finanziaria deve ancora arrivare. E, per alcuni versi, è molto più grave dei finti appostamenti in Finanziaria.

Invitiamo i nostri lettori a ricordare cosa è successo con l’impugnativa della Finanziaria di quest’anno. I capitoli impugnati non sono rimasti privi di fondi: sono rimasti con gli stanziamenti previsti dalla Finanziaria del 2013. Che, per legge, deve avere una proiezione triennale.

Ora, se lo scorso anno l’appostamento triennale fosse stato fatto correttamente, l’impugnativa di quest’anno non avrebbe avuto gli effetti negativi che sta sortendo. Il discorso è teorico e merita un approfondimento.

Se, per citare un esempio, la Finanziaria dello scorso anno – cioè del 2013 – ha previsto 20 milioni di euro per il Teatro Bellini di Catania, la proiezione triennale che la legge oggi impone nella redazione dei Bilanci pubblici dovrebbe prevedere una spesa pari – o poco inferiore o poco maggiore – per lo stesso Teatro Bellini di Catania nel 2014: e cioè 20 milioni o una cifra di poco maggiore o di poco minore.

Che succede, invece, nella realtà? Se provate ad andare a leggere la Finanziaria del 2013, vi accorgerete che il 98 per cento dei capitoli presentano il finanziamento congruo per il 2013 e un finanziamento di piccola entità per il 2014.

Questo modo di legiferare è irrazionale: se nel 2013, per il Teatro Bellini di Catania mi servono 20 milioni di euro, non è possibile che nel 2014 mi basterà un milione e mezzo di euro! E invece succede proprio questo: se andate a verificare, vi accorgerete che quasi tutti i capitoli della Finanziaria 2013 (il 98%!) sono congrui, mentre la previsione per il 2014 è bassissima.

E’ cosi per i Teatri, per gli enti, per i Parchi naturali, per le Riserve naturali, per le associazioni, insomma per tutti i soggetti.

Siamo arrivati al cuore dell’inghippo. La previsione di spesa che è stata inserita nella Finanziaria 2013 ha valore di legge. Tant’è vero che, con l’impugnativa operata dal Commissario dello Stato, tutti i capitoli bloccati verranno finanziati con gli importi previsti dalla Finanziaria 2013: o meglio, dalla previsione di spesa per il 2014 prevista nella Finanziaria del 2013. E sono, come già accennato – tranne pochissimi casi – tutti importi ridotti dell’80, 90, 95 per cento!

Questa è la dimostrazione palmare che chi oggi dice che Bilancio e Finanziaria della Regione sono a posto, mente sapendo di mentire. Perché il primo inghippo sta nel meccanismo truffaldino e levantino con il quale viene prevista la spesa triennale.

Per 98 volte su 100 Governo e Ars finanziano, ogni anno, attività che costano 100 nell’anno in corso e, stranamente, 10 e qualche volta anche 5 nell’anno successivo.

Domanda: perché fanno questo? Risposta: perché nell’anno in corso gonfiano gli importi con soldi che non ci sono o che non dovrebbero essere toccati. Guardandosi bene di commettere quello che, in fondo, non è altro che un illecito per l’anno successivo.

Tutta la Finanziaria 2014 è fatta con questo giochetto. Tutte le spese sono stata ‘gonfiate’. Solo che quest’anno i ‘ragazzi’ hanno proprio esagerato, ‘saccheggiando’ tutte, ma proprio tutte le Riserve che un Bilancio di un ente pubblico deve mantenere per ragioni di sicurezza.

Facendo sparire persino quel poco di fondo rischi che era stato messo in piedi. Dopo aver combinato un disastro del genere – giustamente ‘stigmatizzato’ dall’Ufficio del Commissario dello Stato – ci vuole veramente una bella faccia tosta per andare a Roma a dire che la Sicilia ha “i conti in ordine”!

La verità è opposta: i conti della Regione siciliana sono tutti fuori posto. E sono molto più gravi di quanto sembrino. Perché in tutta questa storia ancora bisogna fare i conti con il Bilancio – che l’Ufficio del Commissario dello Stato non ha impugnato – dove si nasconde l’altra truffa dei 500 milioni di euro che dovrebbero arrivare da Roma. O quasi…


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