La CNN annuncia la fine dell’euro

Ce lo aspettavamo da un bel pezzo. E proprio oggi, anche la CNN ha pubblicato un articolo online, nella sua sezione “finanza”   dal titolo “It’s time to break-up the Euro” (“E’ tempo di dividere l’Euro”) dove prevede, ed auspica, una fine imminente (e probabilmente tenuta segreta!) della moneta unica europea.

Lo fa per bocca di un economista d’oltreoceano molto noto: Roger Bootle, cioè l’economista che ha già previsto, a suo tempo e con ampio anticipo, il “crash” del mercato “dot.com” e poi quello del mercato immobiliare. Adesso Bolton dà come “inevitabile e conveniente per i paesi in crisi” l’uscita organizzata dall’Euro e la creazione di almeno due monete europee, una per l’area periferica (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna, ormai conosciuti come i paesi “PIIGS”), e una per l’area delle economie europee forti, con la Francia libera di decidere per quale moneta optare.

Addirittura, Bootle pubblica su internet una specie di manuale, letteralmente una “Guida pratica per uscire dall’Euro”, per i capi di stato europei atto a dare consigli per pilotare al meglio la divisione dell’euro in due o più monete distinte (scaricabile in inglese su: http://www.policyexchange.org.uk/images/WolfsonPrize/wep%20shortlist%20essay%20-%20roger%20bootle.pdf).

In questo “manuale” pone l’accento sui meccanismi relativi alla competitività e sui mutui vantaggi delle due aree economiche europee nel realizzare la divisione quanto prima. La sua ricetta prevede due mosse fondamentali da realizzare contemporaneamente e che saranno inevitabili se non si vuole arrivare al caos monetario e all’aggravamento della crisi:

1) La conversione e ridenominazione nella nuova moneta di salari , prezzi e tutti i valori monetari (quindi compresi i conti correnti)

2) Il riallineamento del valore del nuovo Euro “periferico” (o di serie B) rispetto all’Euro forte attuale. Ciò produrrebbe una svalutazione differenziata della nuova moneta periferica per ogni paese che ne esce: 20% per l’Irlanda, 40% per Italia e Spagna, 55% per Grecia e Portogallo.

Così dicendo, Bootle, implica che non ci saranno due monete, ma almeno quattro. E cioè una che è l’Euro attuale, un Euro a denominazione diversa per l’Irlanda, un altro per Spagna e Italia e un altro ancora per Portogallo e Grecia, con parità diverse sull’Euro attuale.
La cosa che inquieta di più è che Bootle prevede che l’operazione sarà tenuta segreta, anche per renderla più efficace. Se ne deduce che potrebbe essere già in corso!
Inoltre, la sua opinione non è isolata e prende linfa da esempi del passato (tipico quello dell’Argentina, da noi più volte citato) e dall’utilizzo di modelli previsionali complessi, oltre che dalla sua esperienza e capacità ampiamente riconosciute nel mondo. La CNN lo presenta come un “Nostradamus” dell’economia. Già da tempo sono numerosi gli economisti che predicano la fine della moneta, o almeno il riallineamento del suo valore sul mercato internazionale. In particolare, la CNN cita l’anziano economista Allan Meltzer (84 anni, autore di numerosi saggi tra cui la storia della banca centrale degli USA) che predica da tempo che il problema non è il debito dei paesi periferici ma il differenziale di competitività, il quale già da solo presuppone una moneta con un valore di verso da quella dei paesi strutturalmente competitivi. Talé, talé (to’ guarda, in italiano): noi di LinkSicilia lo abbiamo scritto mesi fa, tale e quale!
Cosa comporterebbe un’uscita dell’Euro per la Sicilia? Secondo Bootle, il PIL dei paesi periferici (e quindi sicuramente anche quello siciliano) si contrarrebbe solo per alcuni mesi, al massimo un anno, per poi ripartire a crescere in maniera molto più robusta, evitando dunque una persistenza sine die dell’odierna crisi, che evidentemente non è solo finanziaria e prodotta da squilibri legati al debito, ma prodotta proprio dai fondamentali dell’economie periferiche d’Europa, quali la produttività e la competitività. Dice insomma qualcosa che noi di Linksicilia diciamo da quando siamo nati come giornale, cioè quasi un anno fa (a proposito il 12 Ottobre festeggeremo il nostro primo compleanno, nel giorno della scoperta dell’America, informazioni sul nostro sito facebook).

Ma aggiungiamo qualcosa di nostro. Dopo la recente (e troppo tardiva) disponibilità della BCE a comprare titoli di stato dei paesi in difficoltà, finalmente accettata finanche dalla Merkel e le istituzioni tedesche, solo una svalutazione dell’Euro, anche nella forma di moneta unica, può salvare l’unità monetaria europea. Che i capi di governo lo vogliano o no, dovranno scegliere: o accettare la svalutazione dell’Euro odierno (probabilmente fino alla parità con il dollaro e oltre), oppure creare, come predica Bootle, una o più monete europee con un grande “spin-off” pilotato, con nuove monete svalutate a seconda del paese.

L’euro? Non tutti erano d’accordo. Anzi…
Il problema della Sicilia? L’Italia
La Sicilia in un’Europa sempre meno libera (e sempre più massonica)


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